di Carlo Viscardi – “E’ il momento più difficile e più affascinante dell’intera legislatura. Questa legislatura, che finirà nel 2018, fa venire i brividi” con questa dichiarazione, rilasciata ai deputati del Pd riuniti in assemblea alla Camera, il premier non sembra per nulla abbandonare l’ottimismo e la fiducia in se che lo hanno sempre contraddistinto. Naturalmente analizzando la situazione del nostro paese a riguardo immigrazione, o meglio gestione del flusso migratorio, osservando che l’influenza in Europa ormai è risicata al minimo storico, mai il nostro paese ha contato così poco in fatto di considerazione in Europa, il suo atteggiamento più che sembrare incutere rispetto e sicurezza, suggerisce la negazione della caduta di consenso che Lui, il suo Governo ed il suo Partito, stanno mietendo in questo ultimo periodo. Il premier dai microfoni di Porta a Porta in merito alla “disfatta dei vari ballottaggi dichiara : “Succede di perdere: in alcune città il Pd ha perso, altre le abbiamo riprese ma certo quando i cittadini scelgono altro, il partito deve riflettere. Un anno fa il Pd aveva il segno più 40% e i posti di lavoro avevano segno meno. Oggi l’economia torna a tirare e abbiamo 260mila posti di lavoro in più”, di certo una sua maniera “politichese” per negare l’evidenza dei fatti e dei numeri. Nono dimentichiamoci come un anno fa dopo i risultati delle europee affermava che l’esito delle elezioni “legittimava” la sua leadership governativa… Una domanda verrebbe da porsi ora con i numeri decisamente opposti ad un anno fa cosa dovrebbe fare? La sua risposta la da alla “ La Stampa” dichiarando : “Queste elezioni dicono che col Renzi 2 non si vince, devo tornare il Renzi 1. E basta primarie nel Pd; on ho scelto io i candidati: fosse per me la stagione delle primarie sarebbe finita; riforme più vicine, dovrò aumentare i giri, non diminuirli. Questo è un Paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona”. Queste dichiarazioni lasciano trasparire molte perplessità e molte domande verrebbero da porsi lecitamente. Renzi 1 e Renzi 2 Quale sarebbe la differenza? Forse nella rottamazione che non c’è praticamente stata, ma solo nelle sue intenzioni? Di certo non lascia dubbi lui la guida del partito non la lascia, infatti dice che le primarie non sono necessarie, e questo non sarà lui a deciderlo, ma il direttivo del PD. Effettivamente il Premier, anche se afferma che rimarrà fino al 2018, ha i numeri “risicati” in Senato, basta vedere che il governo la settimana scorsa è andato sotto per ben 4 volte, e alla prossima “Fiducia” come finirà ?!?