Il problema lavoro a Reggio sta assumendo i connotati di una vera e propria piaga sociale. Questo non è certamente il tempo di fare retorica o di lasciarsi andare a riflessioni e commenti che hanno il sapore di quella demagogia tipica della politica italiana – la stessa che crede di poter risolvere i problemi versando fiumi di parole e litri di inchiostro – soprattutto per via del progressivo aggravarsi delle condizioni sociali della comunità reggina. E non lo è, soprattutto, e per rispetto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che il sistema economico dominante sta lentamente ma inesorabilmente trasformando da esseri umani – uomini e donne – in meri consumatori e produttori, con tutte le dovute conseguenze del caso. E, se si riflette qualche istante sulla questione, si scoprirà che forse è proprio per questo che gli effetti della crisi vengono con forza addossati sulle spalle di questi uomini e queste donne, non spendendo neppure un minuto nel tentativo di trovare soluzioni alternative. Probabilmente, nei piani alti di certa (cattiva) politica e di certa (altrettanto cattiva) imprenditoria italica – locali e/o nazionali – c’è chi la pensa così.
Nella nostra realtà cittadina il disappunto dei lavoratori sta aumentando, anche rispetto alla sempre maggiore convinzione dell’impossibilità di creare un tessuto socioeconomico quantomeno stabile. Nella mattinata di ieri, una delegazione delle organizzazioni sindacali – Domenico Serranò, segretario generale Cisl per la provincia di Reggio Calabria, e Gregorio Pititto, segretario confederale Cgil Reggio-Locri – e dei lavoratori in mobilità, è stata ricevuta dal Direttore della sede locale dell’Inps per “sensibilizzare sulle problematiche inerenti la percezione dell’indennità di mobilità in deroga nella provincia reggina tutti gli enti coinvolti, compreso l’Inps”. Questo è quanto si apprende da un comunicato stampa dell’Inps.
La questione si sta protraendo, ormai, da diverso tempo e, come detto, al di là della facile ma inconcludente retorica, richiede una soluzione che possa consentire a lavoratori e lavoratrici di superare il duro momento, sia sul piano collettivo che su quello personale. L’economia reggina, a tratti ferma, sta risentendo in modo pesante di determinate (e, ormai, ben conosciute) difficoltà che, inevitabilmente, si traducono in un disagio sociale divenuto intollerabile. Ciò che è stato chiesto all’Istituto per la presidenza sociale è accelerare la fase decisionale e pare che dall’Inps sia stato espresso il massimo impegno ai fini della risoluzione dell’annosa e controversa situazione e, quindi, del pagamento delle prestazioni sociale, non appena – si legge ancora nel comunicato – saranno concordate e definite le modalità. Ma, è anche vero, che, al di là dei singoli casi e a prescindere dai soggetti coinvolti, di assunzioni di impegni ce ne sono a quantità industriali quando si parla di lavoro. Quel che è necessario è che le prospettive future si traducano in realtà concrete. Basta attese.