La consegna della lista degli “impresentabili” a sole 48 ore prima del voto, ha scatenato una bufera nei confronti della Presidente Rosy Bindi, a causa della quale le relazioni tra alcuni esponenti di vertice del Partito democratico sono divenute abbastanza “tese”. Tra quei 17 nomi della lista, era inserito anche Vincenzo De Luca, il candidato poi eletto a Governatore della Regione Campania e sulla cui elezione il Movimento 5 Stelle ha presentato un esposto in procura. E’ proprio sul nome di De Luca (su di lui pende la sospensione dovuta all’applicazione della legge Severino) che si consuma lo scontro all’interno del PD, in molti all’interno del partito di centrosinistra hanno preso le sue difese mentre la Bindi rimane convinta della bontà del suo operato. Il diretto interessato pare abbia espresso anche l’intenzione di querelare la Presidente della Commissione Antimafia. La Bindi rivendica il fatto di svolgere le prerogative del suo ruolo istituzionale sulla base delle regole decise dalla commissione antimafia ed è quanto ha comunicato tramite i media all’indomani dei risultati elettorali. Nonostante il PD abbia vinto in 7 Regioni su 5 è palese che al suo interno è iniziato un regolamento di conti tra vecchi e nuovi esponenti, che in base ai risultati delle ultime tornate elettorali (le europee 2014) ha fatto perdere al PD oltre 3 milioni di voti. Non da meno paga nel calo delle preferenze la politica nazionale ed europea dell’immigrazione ed integrazione totalmente inadeguata e fallimentare. Occorre domandarsi alla luce di questa vicenda pre-elettorale, quando il nostro Paese diverrà veramente GARANTISTA per tutti, eletti ed elettori, e quali leggi debbano essere adeguate per renderlo tale.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.