Tra qualche ora poco più di 20 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo di 7 consigli regionali (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia,) e di circa mille consigli comunali. Tutto è appeso a un filo, giacché i pronostici e le ipotesi di voto e vittoria sono mutati diverse volte nel corso delle ultime settimane, passando da una vittoria schiacciante del Pd alla possibilità di un’affermazione decisiva per il centrodestra. Centrodestra che, alla luce delle ultime valutazioni, potrebbe non soltanto riconfermare Zaia in Veneto e Caldoro in Campania ma, anche, aspirare alla vittoria di Toti in Liguria. Quest’ultima ipotesi, benché ritenuta plausibile dallo stesso Berlusconi, appare comunque fortemente avveniristica, perché anche se il Pd rischia di soffrire la scissione di Civati e una candidatura, quella di Luca Postorino, alla proprie sinistra, la vittoria di un esponente del centrodestra in una regione storicamente di sinistra, è impresa ardua.
Secondo quanto emerso dai sondaggi il centrosinistra dovrebbe imporsi anche in Toscana, Umbria e Marche, oltre che in Puglia dove è il centrodestra ad andare diviso, a causa della contrapposizione tra il candidato vicino a Berlusconi (Adriana Poli Bortone, supportata dalla lista “Noi con Salvini”) e quello vicino a Fitto (Schittulli, supportato da Ncd e Fratelli d’Italia), che ha lasciato da poco Forza Italia per costituire i gruppi parlamentari dei “Conservatori e riformisti”. A parte il duello Berlusconi-Fitto, qualche mal di pancia è stato provocato, invece, a Salvini in Veneto dopo la fine dello scontro con l’ex Tosi e la sua candidatura alla guida della regione in opposizione (anche) al governatore uscente.
La temperatura è così calda e il clima così afoso che neppure il segretario del Pd, Matteo Renzi, osa sbilanciarsi, evitando da dare sfoggio all’arroganza che solitamente lo contraddistingue. “Le elezioni locali hanno valenza locale – si è affrettato a chiarire il Premier al Festival Economia di Trento, secondo quanto si legge sul sito del Tgcom – non è un test su di me”. Il discorso di Renzi ha suscitato non poche polemiche, soprattutto, ma non solo probabilmente, nella parte in cui ha dischiarato “faccio un appello, e parlo di europee visto che sono in silenzio elettorale, abituiamoci a pensare che il voto serve per quello per cui si vota”. Ne “Il Mattinale”, la nota politica di Forza Italia della Camera dei deputati, si legge che Renzi avrebbe rotto il silenzio elettorale e si chiede l’intervento della Procura di Trento. “La rottura del silenzio elettorale con manifestazioni dirette o indirette di propaganda è punito fino a un anno di carcere. Intervenire in pubblico irridendo un leader dell’opposizione è – quantunque di bassa lega – propaganda elettorale evidente”.