Nella mattinata del 27 maggio u.s., personale della Polizia di Stato, ha tratto in arresto, presso lo scalo aereo di Fiumicino (Roma), dove è giunto accompagnato dalle polizia rumena, N.A.G., romeno classe 1986, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria nello scorso mese di aprile, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini condotte dalla Squadra Mobile. L’uomo si era reso irreperibile il 10 aprile u.s. sottraendosi all’esecuzione del suddetto provvedimento restrittivo da cui era stato raggiunto – unitamente ad altri due connazionali – in quanto ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale in concorso, in pregiudizio del rumeno T.F. (cl. ‘82). Come si ricorderà, nella notte tra il 9 ed il 10 novembre 2013, personale della Polizia di Stato, era intervenuto sulla Strada Statale Jonica 106 di Reggio Calabria per un sinistro stradale con feriti: gli agenti constatarono che, poco prima, una vettura aveva investito mortalmente, un giovane di nazionalità romena identificato in T.F., il quale, a seguito del violento impatto con la vettura, aveva riportato ferite mortali, rimanendo privo di vita sul selciato. Dalle prime testimonianze raccolte, si ricostruiva che il T.F. unitamente ad un amico ed ad un prossimo congiunto, poco prima del sinistro, era stato brutalmente percosso da tre connazionali, che venivano identificati nei soggetti destinatari della misura restrittiva in argomento, rispettivamente all’epoca dei fatti, “gestore” (A.A.), “barman” (S.A.B.) e “buttafuori” (N.A.G.) del locale denominato “C. AJB”, frequentato nel 2013, da cittadini rumeni, ubicato nelle immediate vicinanze (100 mt circa) dal luogo dell’incidente. In esecuzione delle direttive emanate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Squadra Mobile procedeva a numerose escussioni testimoniali sulla base delle quali si ricostruiva la dinamica dei fatti e la responsabilità dei tre indagati, in merito all’aggressione posta in essere nei confronti del T., scaturita da futili motivi. Le indagini consentivano di accertare che l’evento non poteva essere qualificato come una tragica fatalità, ma come diretta conseguenza dell’aggressione subita dal giovane T. all’interno della discoteca. Quando il connazionale era stato travolto dall’autovettura in transito, i tre rumeni destinatari della O.C.C.C., invece di soccorrere il giovane connazionale, si erano immediatamente dati alla fuga. I tre indagati minacciavano altresì gravemente in concomitanza con i tragici eventi, il cognato della vittima, presente sul posto, ed aggredito brutalmente ai fini di fornire alla polizia una versione “di comodo” degli eventi occorsi all’interno del locale, prima del grave incidente stradale. Le minacce, dopo quella sera, erano state perpetrate successivamente anche attraverso numerose telefonate. All’esito delle attività di indagine, la locale Procura della Repubblica riteneva che la condotta degli indagati A.A., S.A.B. e N.A.G. posta in essere prima dell’incidente stradale in cui ha perso la vita T.F., fosse da considerasi prodromica al tragico evento e quindi qualificarsi come omicidio preterintenzionale in concorso, aggravato dai futili motivi. A.A., (cl. ’83) e S.A. B. (cl. ’86) venivano catturati il 10 aprile mentre a carico del N.A.G., irreperibile sul territorio nazionale, veniva emesso un mandato di arresto europeo. Nel quadro di un’efficace cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia, in data 18 maggio, il N. veniva rintracciato ed arrestato dalle autorità rumene in quel territorio in attesa del suo trasferimento in Italia, avvenuto in data 27 maggio u.s.. Il N. dopo le formalità di rito è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Roma Rebibbia a disposizione dell’A.G. di Reggio Calabria.
Comunicato stampa – Questura di Reggio Calabria