Nella vicenda SOGAS, l’incertezza porta al disorientamento, alla malinconia del quotidiano da risolvere. I reggini che devono prendere l’aereo pensano che: “è uno di quei giorni che ti prende la malinconia,che fino a sera non ti lascia più”. Ma questo non ha scalfito più di tanto l’ultimo Consiglio Provinciale che tra i vari enti inutili ha salvato anche la SOGAS. Dall’altro lato della piazza, Palazzo San Giorgio, si firma un protocollo d’intesa con la provincia per traghettare meglio verso l’ente “Città Metropolitana”. Tra dubbi e contraddizioni, domande senza risposte, aule consiliari piene di figuranti con sguardi perduti alla ricerca di un domani disegnato dai soliti pupari, ci si avvia all’ennesima sconfitta di Reggio, per “fuoco amico”. Non si può affrontare un problema fondamentale per la sopravvivenza della città, in maniera dilettantesca, improvvisata, aspettando al solito: che qualcuno da Roma ci dia consiglio. Invece ,questa volta c’è “brigghio” che c’è lo dà, proponendo e sostenendo la società di gestione unica per gli aeroporti calabresi, che se attuata sancirebbe il de profundis per lo scalo reggino. Si, perché senza l’utenza messinese l’aeroporto di Reggio non avrebbe modo di esistere ,stante lo scalo di Lamezia ,con tre milioni di passeggeri annui, a soli cento km per la città capoluogo e cinquanta o meno per il resto della provincia, che racchiude un terzo della popolazione. Il nostro destino è legato in maniera indissolubile per quanto riguarda i trasporti aerei e ferroviari con Messina. L’unica ipotesi proponibile per rilanciare lo scalo reggino passa attraverso il coinvolgimento delle camere di commercio di Reggio e Messina, dei rispettivi comuni e delle costituende città metropolitane, nonché delle regioni Calabria e Sicilia. Costituendo una nuova società di gestione per l’aeroporto metropolitano dello stretto che con un piano industriale di rilancio dell’attività volativa arrivi ad una privatizzazione della stessa entro il 2019. Chiederemo pertanto un consiglio comunale aperto con il coinvolgimento di tutti questi partner per cercare di dare soluzione ad un problema che si trascina da troppo tempo. Lasciamo un margine alla speranza? “Chi lo sa? Domani è un altro giorno, si vedrà”.
Dott. MASSIMO RIPEPI