Dal rapporto controverso con il Governo alle critiche a tratti aspre alla sinistra, dal futuro dei moderati alle relazioni con gli alleati di centrodestra, sono state diverse le questione affrontate da Silvio Berlusconi ospite di Bruno Vespa a “Porta a Porta”. Il leader di Forza Italia non si risparmia e tenta di chiarire quei problemi che in questi ultimi mesi hanno provocato non pochi equivoci e numerose difficoltà, ampiamente rappresentate sia dai sondaggi elettorali che dalle recenti elezioni comunali che hanno inchiodato al muro i forzisti consegnandoli, in qualche misura, anche alle loro responsabilità.
Sulla politica del Premier, il Cavaliere non usa mezzi termini: “Non risolve i problemi ma li aggrava”, determinando l’aumento di tutti quei fattori che di certo non fanno bene alla ripresa del nostro Paese, dalla spesa pubblica alle tassazione, dalla povertà alla disoccupazione. Dalle tesi sostenute dal numero uno di Forza Italia, si capisce che resta un gran rammarico per il Patto del Nazareno che, palesando alla lunga le criticità del concetto di democrazia di Matteo Renzi, non ha sortito gli effetti sperati perché, nonostante la buona predisposizione dei parlamentari azzurri che, per il bene del Paese, si sono spinti sino ad accettare modifiche definite “indigeste”, è crollato in occasione dell’elezione del Capo dello Stato, circostanza in cui il segretario del Pd avrebbe reso palese la sua volontà di fare tutto da solo.
Ma il grande nodo resta senza dubbio il futuro politico del Bel Paese. Secondo Berlusconi non ci sarebbero le condizioni per andare subito al voto, circostanza che probabilmente non converrebbe a Renzi ma neppure a lui che sicuramente sarebbe incandidabile. Il centrodestra – non c’è neppure bisogno di sottolinearlo – sta attraversando un periodo di forte crisi, caratterizzato da una linea politica discutibile, da rapporti interni da ridefinire e dall’assenza di un uomo di spessore capace di rappresentarne il leader futuro. Sul primo punto, il Cav ha continuato ad insistere sull’esigenza di ricomporre l’area moderata nel giro di due anni e mezzo, sul secondo punto, invece, ha continuato a dimostrare scarsa fiducia sul metodo delle primarie, a meno che non si riesca a garantire l’applicazione di regole certe e non vi siano votazione controllare, riaffermando la convinzione che, in qualche modo, sarà il tempo a far venire fuori il futuro leader dei moderati.