L’argomento è di quelli caldi, anzi caldissimi, ma Demi Arena non rientra certamente nella triste schiera di coloro che si tirano indietro, nemmeno quando si tratta di affrontare questioni delicate. E sicuramente il dibattito sulla legge che disciplina lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è un tema molto delicato, oltre che controverso. Ma l’ex sindaco di centrodestra della città di Reggio Calabria non usa mezzi termini e sul punto non lascia spazio ad equivoci, tanto è vero che è sempre pronto a ribadire la tesi che sostiene, ormai, da mesi o che, anzi ha sempre sostenuto. Prendendo spunto dal recentissimo caso di Platì, ma la questione – avverte – può riguardare anche altri centri, come San Luca, ha ribadito che la legge sugli scioglimenti va abolita. Pensiero, questo, confermato nell’intervista apparsa questa mattina sulle pagine de “Il Garantista” in un articolo a firma di Claudio Labate, dove si legge che si tratta di “una norma palesemente distorsiva”. Insomma, per Demi Arena, è fondamentale accendere i riflettori non soltanto in merito ai “punti deboli della legge”, ma anche e soprattutto rispetto alle due fasi di interpretazione giurisrpudenziale e applicazione che, a suo dire, avrebbero stravolto il tenore della norma stessa. Si tratta di una questione che attiene alla democrazia e ai diritti civili e non alla contrapposizione elettorale. Il vero problema, pertanto consisterebbe nel fatto che “il tema si è deteriorato, pervadendo tutte le istituzioni, l’apparato burocratico ai più alti livelli, diventando strumento di contrapposizione politica e di costruzioni di carriere all’interno di istituzioni che si occupano di lotta alla mafia, come la Commissione parlamentare antimafia”. Un riflessione pungente dell’ex sindaco di Reggio che, rincarando la dose, evidenzia come l’utilizzo della questione per affibbiare il sospetto di mafiosità, abbia in realtà finito con l’avvantaggiare la stessa criminalità. Pensiero senz’altro condivisibile. Insomma, per farla breve, bisogna considerare il cuore del problema che attiene al ripristino della democrazia e la strada da seguire non può essere quella della politicizzazione del problema, ma quella – ben più importante e decisiva – che impone di valutare gli effetti che vengono prodotti sull’intera comunità, della quale se ne devono far carico.