Un interessante dibattito si è svolto nell’aula Monteleone del Consiglio Regionale della Calabria nel corso di un convegno che si colloca come prodromico rispetto agli stati generali sull’esecuzione penale che il 19 p.v. si aprirà al carcere di Bollate per iniziativa del Ministro della Giustizia Orlando. Le specificità della detenzione e della funzione preventiva della pena nel territorio Reggino sono state rappresentate con riferimento alla incombente problematica di una autentica “sete di sicurezza”, da una costante emergenza dettata dalla preminenza del crimine organizzato in città. A causa di ciò la Comunità Reggina percepisce un messaggio di contenuto negativo e cioè che il valore della sicurezza travolge i diritti costituzionali che vanno riconosciuti anche in favore della detenzione carceraria. E’ davvero difficile superare questa deviante mentalità, anche alla luce dell’insegnamento della Corte Costituzionale che vuole la società, la comunità tutta intera, impegnata in una strategia di rete per assecondare un processo risocializzante del detenuto che, alla fine, costituisce l’approdo dell’intera vicenda processuale. Le relazioni, tutte di elevato spessore culturale sono state affidate al Presidente della Commissione diritti umani Mario Marazzita, porta voce della Comunità di Sant’Egidio, al Garante dei diritti dei detenuti della Toscana Franco Corleone ed al Garante dei diritti dei detenuti di Reggio Calabria; il Presidente Giuseppe Tuccio. La prospettiva che si delinea appare abbastanza confortevole, nel senso della definitiva attuazione dei tanti diritti proclamati ma ancora in attesa di concretizzazione con il fondamentale apporto della sinergica condotta di tutti gli attori sociali sul territorio. E’ stata particolarmente sottolineata la condizione peculiare della detenzione femminile con formazione dei figli minori per lo stato in cui gli stessi sono costretti a condividere la vita dietro le sbarre assieme alle genitrici. Il Garante dei detenuti di Reggio Calabria ha sollecitato il definitivo avvio della edificazione di istituti a custodia attenuata per tali frangenti che ripropongano l’ambiente familiare per i minori, onde evitare sulla loro psiche permangano per tutta la vita le stimmate di una insanabile lacerazione nel profondo dell’animo. Mauro Palma, consulente giuridico del Ministro Orlando, ha tratto le conclusioni, manifestando apprezzamento e condivisione per l’iniziativa che avviene su un territorio anche attraverso un rafforzamento della funzione special-preventiva della pena, sulla capacità di eludere ogni rapporto tra il carcere e la criminalità organizzata che vorrebbe anche dal suo interno, imporre logiche perverse ed itinerari alternativi soprattutto per i giovani detenuti.
Giampiera Nocera