Il test elettorale pre-regionali consegna dati in merito ai quali sarebbe opportuno riflettere attentamente, soprattutto rispetto alle prospettive che, a questo, punto rischiano di indirizzare e condizionare pesantemente gli appuntamenti che dovrebbero segnare il vero rilancio del centrodestra. Perché, slogan e speranze a parte, l’orizzonte che si sta materializzando non lascia ben sperare e sancisce il completo fallimento del percorso intrapreso da alcune formazioni, sia piccole che grandi, che non hanno voluto cogliere i segnali di rifiuto che buona parte dell’elettorato esprime, ormai, da mesi.
Il primo dato che viene fuori dalle comunali in Trentino è il crollo dell’affluenza, il secondo è un altro crollo, quello di Forza Italia che scende drasticamente toccando livelli neppure ipotizzabili fino a un anno fa. Il partito di Silvio Berlusconi non arriva neppure al 4%, segno evidente del fatto che non tutto può essere superficialmente addebitato ai limiti cui è stato sottoposto il Cav per diverso tempo. La strategia politica, nonché i cambiamenti culturali, non sono stati accolti positivamente dall’elettorale moderato. E cosi, se a Bolzano si andrà al ballottaggio (tra l’esponente del centrosinistra Luigi Spagnolli e l’esponente del centrodestra Alessandro Urzì, mentre è arrivato terzo il candidato della Lega, Carlo Vettori), a Trento è stato riconfermato il sindaco Pd Alessandro Andreatta.
Discreto, invece, è stato il risultato del M5s che, sempre con riferimento a Trento e Bolzano, ha ottenuto, rispettivamente l’8,4% e il 9,5%, mentre è boom di voti per la Lega nord che, raddoppiando i voti, si attesta a quota 10,7% e 13%.
Per quanto, invece, riguarda la Valle d’Aosta, non è ancora stato completato lo spoglio di tutte le sezioni. Al momento è in testa la coalizione di centrosinistra con Fulvio Centoz (53,8%), seguito da Alpe (Autonomia Libertà Partecipazione Ecologia) con Loris Sartore (12,9%), dalla Lega con Nicoletta Spelgatti (10,4%). Il M5s chiude con il 9,5%.