Il Cis ha promosso “Voci greche del XX secolo: Kavafis ed Elitis”

Foto - Borruto - Quattrone - Macris - PipitoneNella sala conferenze della libreria Culture, promosso dal Cis, nell’ambito delle manifestazioni degli Stati generali della Cultura si è svolto l’incontro “Voci greche del XX secolo: Kavafis e d Elitis”, relatore il prof. Daniele Macris, docente di latino e greco presso il liceo Maurolico di Messina. In apertura dei lavori la presidente del Cis, dr.ssa Loreley Rosita Borruto ha ringraziato l’Amministrazione Provinciale e in particolare l’Assessore alla Cultura e Legalità dott. Eduardo Lamberto-Castronuovo per le numerose iniziative poste in campo dagli Stati generali della Cultura, iniziative destinate a far crescere la città e a dare di essa un’immagine nuova e vitale. La prof. Maria Quattrone, illustrando la ricca biobibliografia del relatore, ne ha messo in evidenza le qualità di profondo conoscitore della lingua e letteratura greco classica, bizantina e neogreca. Tracciando un breve profilo della poesia greca nel XX secolo, il prof. Macris si è soffermato soprattutto su Costantinos Kavafis e Odisseas Elitis che ha definito “poeti oltremodo significativi accomunati dal mezzo espressivo, la lingua greca che entrambi conoscevano e padroneggiavano in tutta la sua rabbrividente profondità” . Kavafis nacque nel 1863 ad Alessandria d’Egitto e nonostante i vari viaggi e i lunghi soggiorni all’estero, principalmente in Inghilterra, rimase sempre legato ad Alessandria di Egitto – “Io sono Ellenico” diceva il poeta riferendosi al suo sentire profondamente l’eredità del mondo greco, sia del mondo greco classico, sia della civiltà alessandrina. Kavafis fu molto sensibile e attento al tema della lingua, alle ragioni del suo diffondersi e del suo perire. Compose circa 154 poesie. La sua produzione è prevalentemente discorsiva, il tono è spesso riflessivo e anche i componimenti d’amore (cantò l’amore omosessuale) sono vibranti per misura ed eleganza. Si avvale di uno stile semplice, sobrio, immediato e di figure retoriche quali la sinestesia che rendono oltremodo significativi i suoi versi, per certi aspetti decadenti. A tal proposito dice Tino Sangiglio, critico di origini greche: “Kavafis vive alla maniera greca, di una situazione evidenzia gli aspetti essenziali … Kavafis individua l’elemento dinamico nella sua nuda semplicità … non una parola in più, non un’ espressione in più …” A differenza di Kavafis rimasto fedele alla tradizione classica, Odisseas Elitis sostenne la diffusione della corrente surrealista nelle lettere greche. Premio Nobel nel 1979, Elitis nasce nel 1911 a Iraclion nell’isola di Creta da un’agiata famiglia borghese che proveniva da Lesbo e conosce gravi lutti familiari durante la sua adolescenza. Forse a motivo di ciò la sua poesia esprime con estremo vigore il senso della vita e il mistero della morte e nello stesso tempo la solarità luminosa del paesaggio mediterraneo. La sua produzione ha una vocazione monumentale e i suoi carmi corrispondono a grandi cicli poetici. Nella maturità compone una delle sue più celebri liriche Canto eroico e funebre per un sottotenente caduto in Albania, ispirata alla tragedia della guerra e una raccolta di liriche dal titolo Dignum est, documento mirabile di poesia contemporanea, vero e proprio poema sinfonico dell’uomo moderno alla ricerca della propria identità, in cui sono presenti in larga misura tracce dell’antica poesia greca .Elitis si avvale nel tradurre in versi la sua ispirazione poetica oltre che di sinestesie e analogie anche di quella che egli definisce “sintesi onirica del paesaggio” cioè sintesi di paesaggio prettamente onirica che tuttavia egli sente più reale dell’altra quella accessibile ai suoi sensi. Ma la sua originalità non si ferma alle predette figure retoriche : Elitis padroneggia profondamente la lingua greca e a seconda delle esigenze poetiche inventa versi, sostantivi, gioca con la lingua e con le idee raggiungendo risultati inattesi. La relazione è stata accompagnata da un reading di poesie di Kavafis ed Elitis a cura di Loreley Rosita Borruto e di Maria Quattrone oltre che dello stesso Macris, inframezzati da suggestivi interventi del soprano Cilla Pipitone.

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