Migliaia di lavoratori in piazza oggi per protestare contro il ddl sulla scuola. A Roma sono stati in 100mila a prendere parte al corteo organizzato dalle varie sigle sindacali, 35mila persone a Milano, 25mila a Bari, 20mila a Cagliari, oltre 10mila a Torino, 6mila a Palermo dove un gruppo di insegnanti ha anche occupato l’assessorato della Pubblica istruzione, e poi Aosta, Catania, Bologna e tante altre città. Matteo Renzi ha spiegato che “senza la riforma il Paese non cambia” ma che è “disponibile ad ascoltare le ragioni della protesta”. Nel frattempo sua moglie, Agnese Landini, è entrata regolarmente nella scuola dove insegna, a Pontassieve, senza rilasciare dichiarazioni. I punti criticati della riforma della scuola sono: il preside che può assumere direttamente senza più la necessità di un concorso pubblico; i tagli alle risorse, quindi il mancato stanziamento nel ddl degli annunciati fondi per la sicurezza degli edifici e l’introduzione di nuove tecnologie, le assunzioni dei precari ridotte da 100mila a 40mila, che scatterebbero solo a chiamata; e i test Invalsi, ossia le prove a quiz, uguali per tutti, redatte da un’agenzia privata. Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, afferma che “Da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla ora lo facciamo ascoltando tutti”, per il ministro “va rispettata la protesta, ma anche il governo”. Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, ha dichiarato che sul potenziamento del ruolo del dirigente scolastico “il governo non tornerà indietro”. Secondo Susanna Camusso, leader della Cgil, in questo modo “si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”. Poi ha attaccato il governo dato che “a ogni obiezione risponde con il tirare dritto, cioè con l’assenza di argomenti, senza l’idea di come bisogna cambiare. Un Paese normale guarderebbe alla reazione che c’è nel mondo della scuola e proverebbe a discutere scelte diverse”. La presidente della Camera, Laura Boldrini, su facebook scrive: “La protesta degli insegnanti e delle insegnanti che hanno manifestato in tante piazze, merita di essere considerata con grande rispetto e attenzione”. E poi aggiunge “Mi auguro che, in questi giorni in Commissione e dal 15 maggio in Aula, la scuola italiana, i suoi docenti, possano avere le risposte che meritano”.