La protesta civile ma ferma del Comitato Ospedali di Montagna Calabresi

ComocalSOVERIA MANNELLI – Hanno inizio nella regione le istanze che i cittadini dei territori montani dove insiste una struttura ospedaliera che intendono portare all’attenzione del Commissario alla Sanità, Massimo Scura, dopo l’emanazione del decreto n. 9 del 02 aprile. Un decreto che cancella quasi totalmente servizi diagnostici e clinici imprescindibili per l’erogazione di un servizio minimo in questi territori disagiati, dove a farne le spese saranno i laboratori ematologici e radiologici, oltre che dove presenti alcuni servizi importanti, come la pediatria, la cardiologia, la fisioterapia, la psichiatria, la ginecologia e altri omologhi. Un fatto che ha creato un allarme sociale dove il Comitato degli Ospedali di Montagna Calabresi non intende declinare il suo impegno, cercando di porre all’attenzione pubblica tale precarietà. Se da un lato queste strutture vengono implementate secondo i dettami del decreto con chirurgie elettive, servizi oncologici e lungodegenze, nello specifico rischiano di perdere le peculiarità con cui fino ad oggi sono state percepite dalle popolazioni. Gli implementi ben vengano, ma che siano di supporto ai servizi diagnostici, che se pensati nel giusto modo potrebbero inserirsi nella rete ospedaliera come valore aggiunto, anche alla luce di quanto emerso sull’emigrazione sanitaria, in parte originatasi proprio per la soppressione dei piccoli ospedali e non solo quelli montani. Le recenti sentenze del Consiglio di Stato su Trebisacce e Praia a Mare stanno a dimostrare proprio questo. Evidentemente gli errori di valutazione compiuti da chi ha gestito il Piano di Rientro, debbono fare scuola onde evitarne la reiterazione. Notevole la partecipazione popolare ad Acri, giovedì scorso quando circa 5000 cittadini hanno solcato una città deserta per via della serrata dei negozi a supporto della protesta. Una protesta civile ma ferma, quando in piazza i referenti del locale Comitato hanno dispensato le ragioni della marcia; tra i relatori il sindaco Nicola Tenuta e il Presidente del COMOCAL, Alessandro Sirianni, che ha rimarcato come in una cittadina importante come quella silana i servizi essenziali non possono essere relegati a forme alternative. Analoga protesta sarà a Soveria Mannelli il 04 maggio alle ore 18:00, dove il comprensorio del Reventino è stato chiamato a raccolta per difendere l’attuale impostazione della struttura ospedaliera, non diniegando anche qui le implementazioni del piano, ma che siano di supporto all’esistente. Serrate le consultazioni con gli altri comitati di San Giovanni in Fiore e Serra San Bruno, per capire come unificare le istanze di rivendicazione per tutti e quattro i territori.

Alessandro Sirianni

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