Frontex è una risposta contenitiva che non risolve il problema. Serve un canale umanitario e un piano che risolva i conflitti alla radice
«Anziché bombardare i barconi rendiamoli inutili aprendo un canale umanitario. Ci costerà molto meno e salveremo molte più vite umane. Nessuno si affida a dei trafficanti se può avere un regolare permesso e andare nel Paese di asilo in nave o in aereo. Magari anche pagando il biglietto, visto che adesso questi poveri disperati pagano migliaia di euro ai trafficanti che spesso li conducono alla morte». Così commenta Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, le decisioni prese ieri dal Vertice UE sull’emergenza sbarchi. «Triplicare le risorse Frontex è già una risposta, ma solo di tipo contenitivo, che non risolve il problema alla radice – prosegue Ramonda –. Le soluzioni ci sono: chi viene da paesi come la Siria e l’Eritrea ha sempre diritto di protezione internazionale: perché l’Europa non stabilisce che possa imbarcarsi su voli di linea e chiedere asilo nell’aeroporto di arrivo? Un’altra possibilità è garantire nei paesi limitrofi a quelli da cui fuggono i profughi un luogo sicuro in cui possano chiedere asilo». «Nel frattempo però – conclude Ramonda – Europa e le Nazioni Unite devono affrontare con serietà le cause di conflitti, sollevando il velo sul commercio delle armi e sullo sfruttamento economico su cui si basa la nostra economia. Solo così interromperemo l’esodo dei disperati».