Non saranno contenti avversari e detrattori, che non riuscendo a batterlo sul piano politico, hanno sempre sperato in interventi rocamboleschi della magistratura, ma adesso a Silvio Berlusconi non rimane che superare l’ultimo ostacolo, quello, cioè, rappresentato dalla legge Severino che gli impedisce di ricandidarsi alle elezioni per sei anni, pur potendo tornare a votare. Da oggi, su decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano, il Cavaliere, infatti, torna ad essere un uomo libero, dopo aver trascorso 10 mesi e mezzo di affidamento in prova ai servizi sociali, rispetto ai quali lo stesso Tribunale, con apposita ordinanza, ne ha messo in evidenza l’esito positivo.
La pena è dunque dichiarata estinta e, con essa, anche quella accessoria dell’interdizione per 2 anni dai pubblici uffici. Il leader di Forza Italia potrà, inoltre, riavere il proprio passaporto e, con esso, la possibilità di recarsi all’estero.
Opzione riabilitazione a parte, anche con rispetto alla legge Severino, ampiamente contestata anche dalla controparte politica, la cui retroattività potrebbe attivare profili di incostituzionalità, non è detta l’ultima parola. Sono due, infatti, le strade che potrebbero ulteriormente capovolgere le condizioni del Cavaliere. La prima è quella dell’intervento favorevole della Corte europea dei diritti dell’uomo, la seconda è quella del ricorso alla Corte di Giustizia europea per l’annullamento della sentenza Mediaset.