Frizioni tra Vaticano e Turchia, il governo non “spende una parola”

Papa Francesco e Katholikos Karekin IIIl Papa nel giorno del centenario del “martirio” armeno, Metz Yeghern, (il grande male) assieme al patriarca degli armeni cristiani, Katholikos Karekin II, ha condannato pubblicamente, durante la Messa nella basilica vaticana ,  il primo massacro del XX secolo,  ad opera dagli ottomani nel 1915. Una presa di posizione quella del Santo Padre, che ha irritato non poco Ankara, tanto da richiamare il suo ambasciatore presso la Santa Sede. Papa Francesco chiede che vengano riconosciuti martiri tutti coloro che furono uccisi per intolleranza religiosa, un eccidio che non può non essere ricordato, alla stregua di tutti gli altri. Anche l’ambasciatore Vaticano in Turchia è stato convocato dal ministero degli esteri di Ankara è quanto ha dichiarato, su Ansa, anche il nunzio apostolico Antonio Lucibello. A non prendere “stranamente” posizione in queste frizioni è lo Stato. Non si è ancora capito perché Matteo Renzi o Sergio Mattarella non siano intervenuti con una qualche dichiarazione. Entrambi al momento hanno glissato sull’argomento eppure il Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavuysoglu era stato molto “ruvido” e diretto nel dichiarare “inaccettabili” le parole di Papa Francesco. Forse il motivo è tutto di carattere economico perché esporsi in favore dell’Armenia avrebbe significato, ad Expo in corso, irritare importanti partner commerciali come la Turchia e l’Azerbaigian, (contrari a catalogare gli eccidi di massa come genocidio).

genocidio armeno

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.