Il dramma dell’immigrazione non soltanto non accenna a placarsi ma minaccia, addirittura, di intensificarsi. Negli ultimi giorni, infatti, il numero di immigrati che è giunto presso le nostre coste, a seguito di drammatici viaggi attraverso il Mediterraneo e all’interno del Canale di Sicilia, è salito enormemente. Come riportato in una nota pubblicata nel sito dell’OIM, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, “circa 2.800 migranti sono stati soccorsi in quest’ultimo fine settimana al largo delle coste italiane”, portando “15.000 le persone arrivate via mare in Italia nel 2015”. La Guardia Costiera e una motovedetta della Guardia di Finanza hanno recentemente soccorso altri 1.358 migranti provenienti dalla Libia. E la situazione è destinata a peggiorare, non soltanto per le condizioni precarie del Paese un tempo guidato dal Colonnello Gheddafi, ma anche a causa di quanto si sta verificando in altri Paesi come il Sudan, dove già nell’anno appena trascorso si nascondevano organizzazioni dedite all’organizzazione del traffico di esseri umani, e la Nigeria. Proprio in Nigeria si sta sviluppando una vera e propria emergenza umanitaria, provocata dal contrasto tra la il nucleo fondamentalista islamico di Boko Haram e le Forze militari, che ha determinato la fuga in Niger e Camerun di circa 800 mila bambini. Difficile ritenere che questi spostamenti non determineranno pressioni che in futuro alimenteranno nuove ondate migratorie incontrollate e incontrollabili.
Numeri enormi, destinanti ad aumentare in modo forse imprevedibile, soprattutto se si considera che l’arrivo della bella stagione porterà con se un inevitabile miglioramento delle condizioni climatiche e marittime. Se questi cambiamenti non diminuiranno il grado di rischio dei viaggi della disperazione, considerando le condizioni disastrose dei mezzi di trasporto usati per lasciare le coste del nord Africa, tuttavia, è lecito ritenere che li faciliteranno non poco, con la conseguenza che l’Italia rischierà di trovarsi nella condizioni di continuare a dover gestire una situazione per noi ormai insostenibile.
Non è necessario indugiare oltre sin quanto già fatto in passato sulle motivazioni, serie e indiscutibili, che dovrebbero spingerci a valutare altre soluzioni alla questione dei flussi migratori incontrollati, perché ormai sono ampiamente note e ripeterle a cantilena suona come un’offesa alla ragione e all’intelligenza. Non c’è dubbio che “salvare vite umane rimane la priorità assoluta”, come ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIM, William Lacy Swing, ma il problema è ben più complesso e non è detto che la strada intrapresa sia quella giusta. Lo stesso Direttore Generale ha chiarito, inoltre, che “i flussi migratori provenienti dalla Libia continueranno”. Per di più, dietro l’immigrazione e chi la osanna, ci sono interessi molteplici e di varia natura. Pensiamo agli introiti generati dal traffico di esseri umani a favore di scafisti o di intere organizzazioni spesso vicine al terrorismo che operano non soltanto nei Paesi di provenienza ma anche di arrivo. Pensiamo anche ai finanziamenti di casa nostra che alimentano business non sempre legali, rispetto alle necessità altrettanti urgenti che, invece, riguardano le famiglie italiane sempre più in difficoltà e spesso costrette a vivere di stenti, dopo aver perso tutto dignità compresa.
Ma c’è dell’altro. Le condizioni rischiano di essere critiche anche per gli stessi immigrati, molti dei quali, convinti di poter intraprendere una nuova vita, finiscono per strada a chiedere l’elemosina ai semafori o all’uscita di supermercati e altri esercizi commerciali, complice probabilmente la difficoltà di attuare e mantenere forme di controllo. Va, inoltre, chiarito che non tutti sono profughi, ma immigrati che sfruttano il canale clandestino alimentando traffici illeciti.
C’è, infine, un ultimo aspetto degno di nota che riguarda la questione, anche ‘essa complessa e controversa, dell’intervento dell’Ue e della Comunità internazionale. Perché, se da un lato, ci inorgoglisce umanamente quanto si legge sul sito dell’OIM, e cioè che “gli sforzi compiuti dalle forze marittime italiane sono da considerarsi eroici; sono sempre pronti a soccorrere i migliaia di migranti che cercano riparo in Europa. Si tratta di un lavoro eccezionale ed elogiamo per questo la Guardia Costiera e la Marina Militare italiana, oltre ai vari mercantili che continuano a fornire un contributo essenziale.”, dall’altro appare inquietante un altro passaggio, secondo cui “la maggior parte delle operazioni sono state effettuate dall’Italia in acque internazionali, mentre l’operazione europea Triton, seppur sempre attiva, è meno coinvolta, visto che si occupa di pattugliare le acque a 30 miglia dalle coste italiane, lontano da le barche in difficoltà cominciano ad aver bisogno di aiuto”. E proprio su quest’ultimo aspetto, nonché sulla possibilità di studiare altre soluzione, bisognerebbe indagare ben più di quanto sia stato fatto, sempre ammesso che sia stato fatto sul serio.