Nei giorni scorsi è stato presentato lo Studio di Fattibilità per il miglioramento dei sistemi di collegamento marittimo, ferroviario e stradale nell’Area dello Stretto condotto nell’ambito del Tavolo Tecnico istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (DM 160/2014). Come recita il decreto: “L’Obiettivo del tavolo tecnico è la redazione di uno studio di fattibilità che, partendo da un’analisi dell’assetto attuale dei trasporti (marittimi, stradali e ferroviari) e delle infrastrutture esistenti nell’Area dello Stretto e del contesto normativo applicabile, miri ad individuare le azioni e gli interventi prioritari da programmare, a medio e lungo periodo, per potenziare il sistema infrastrutturale e di trasporto. Il tavolo è stato presieduto dal Dir. Generale della Direzione Generale per il trasporto marittimo l’ing. Puija e ha coinvolto diversi attori fra cui il Comune di Reggio Calabria, rappresentato dall’ing. Agata Quattrone assessore ai trasporti e alla mobilità. Il Comune ha partecipato fattivamente al tavolo portando una sua proposta che ha delineato le proprie strategie di carattere gestionale, normativo, infrastrutturale materiale e immateriale ed evidenziato i principali nodi ed archi che dovranno garantire la mobilità interna di scambio e di attraversamento nella prospettiva dell’attivazione della Città Metropolitana. L’amministrazione ritiene strategico perseguire obiettivi di sostenibilità economica sociale ed ambientale per il porto, che non sembrano individuati nello studio attuale, in base al quale, al contrario, in prima lettura, la città vedrebbe addossati flussi di auto e di veicoli commerciali non compatibili con il progetto di città che l’Amministrazione sta sviluppando. Il perseguimento di questo obiettivo è peraltro in linea con quanto perseguito da altre amministrazioni comunali, tra cui Messina. A conclusione dei lavori del tavolo, l’Amministrazione, pur apprezzando l’approccio iniziale del Ministero volto a considerare le istanze emergenti alla scala locale, deve tuttavia rilevare che lo studio preliminare prodotto, vista la crucialità del tema, meriterebbe una verifica degli impatti da sviluppare con adeguati metodi quantitativi facilmente disponibili in letteratura, sulla cui base svolgere un ulteriore approfondimento degli scenari strategici proposti dagli attori coinvolti al tavolo, al fine di riscontrare il raggiungimento degli obiettivi. È necessario per condividere lo studio di fattibilità produrre le analisi quantitative sugli scenari proposti, senza le quali il tutto si ridurrebbe all’ennesimo elenco di desiderata. Lo studio non presenta infatti, al suo stato attuale, le caratteristiche tipiche di uno studio di fattibilità così come anche previsto nel d.m. 160/2014 e come indicato dai nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del CIPE, non chiarisce il “contesto normativo applicabile”; non definisce gli “obiettivi generali e specifici”; non contempla un’analisi di fattibilità tecnica, finanziaria, economico-sociale e di compatibilità ambientale; non definisce le “priorità di intervento a medio e lungo periodo”; non garantisce l’allineamento ai contenuti minimi previsti dai nuclei di valutazione degli investimenti pubblici (CIPE). L’Amministrazione, per il tramite dell’assessore Agata Quattrone, a valle dell’incontro conclusivo del tavolo ha voluto, altresì, rilevare che nel recente passato scelte approssimative, espressione dei desiderata solo di alcuni attori e non basate su analisi quantitative degli scenari di progetto, hanno portato ad un peggioramento della qualità dei servizi offerti a cittadini, pendolari, autotrasportatori e city users (riduzione delle corse, mancanza di integrazione modale e di coordinamento degli orari, assenza di informazione all’utenza ecc.) e di contro ad un aumento del costo dei biglietti, vanificando di fatto anche gli investimenti del triennio 2008-10. «Prima di assumere scelte che implicano l’investimento di risorse pubbliche e per giungere ad una strategia davvero condivisa è necessario portare lo studio e l’analisi sottesa ad un livello di profondità tale da consentire ai decision maker di assumere scelte sostenute da evidenze oggettive. Al Governo chiediamo un cambio di passo: uno studio e una progettualità adeguata e sostenibile che risolvano concretamente i problemi dello Stretto» ha concluso Agata Quattrone.
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