Riceviamo e Pubblichiamo
Lette le dichiarazioni del sindaco Falcomatà sui dirigenti corrotti del comune di Reggio Calabria durante il convegno dei magistrati un moto di ribellione si è impossessato del mio senso di responsabilità e soprattutto di legalità.Cominciamo a dire che dalle dichiarazioni del sindaco di questi ultimi mesi parrebbe trasparire una palese difficoltà di “ mandare avanti la baracca” ancor più di prendere le redini della sua amministrazione e farla ripartire.Prima ha attaccato le precedenti amministrazioni, poi ha attaccato i commissari straordinari poi se la prende con i dirigenti.Ciò che non sfugge però è che davanti a questo attacco alla corruzione, all’illegalità il sindaco sembra perseverare in questo modus operandi ormai consolidato nella pubblica amministrazione. E’ sotto gli occhi di tutta la cittadinanza quanto riportato sui giornali in merito all’operazione Torno Subito svoltasi nel lontano 2011 che ad oggi vede sul banco degli imputati ben 87 dipendenti comunali tutti localizzati all’ interno di Palazzo San Giorgio rinviati a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Da informazioni assunte parrebbe che la maggior parte di questi dipendenti non abbiano subito alcun provvedimento di allontanamento dai posti privilegiati che ad oggi continuano ad occupare e per i quali addirirttura sono state poste in essere operazioni di premialità come le varie Alte Professionalità o i privilegi relativi alla possibilità di continuare ad effettuare prestazioni di lavoro straordinario.Parrebbe inoltre che uno di questi dipendenti operi all’interno del suo staff richamato dallo stesso sindaco. E’ naturale a questo punto ricorrere ai vecchi detti e tirar fuori la frase Il sindaco predica bene ma razzola male. E allora se di operazione di pulizia si deve parlare lo si faccia a 360 gradi partendo da chi ad oggi ha ricevuto un rinvio a giudizio per aver truffato lo stato, i contribuenti e questa città portando il cattivo esempio e l’associazionismo finalizzato a fregare il prossimo sotto i riflettori della stampa nazionale.Solo allora potrà alzare il dito contro i dirigenti o contro chi con grande professionalità e senso del dovere si è guadagnato onestamente quel famoso due % tanto demonizzato da Lei. Appare in forte difficoltà il nostro amato Sindaco e come chi non ha nulla da offrire, nessun obiettivo da raggiungere, se la prende con il prossimo incarnando la volpe della favola di Esopo. Nessuno l’ha costretta a candidarsi e non può il suo cognome essere lo strumento per risolvere i problemi di questa città. Bisogna avere gli strumenti e soprattutto avere un peso politico a livello nazionale per sfondare le porte di Roma e far capire che qui o si salva la città o si muore. L’ombra del dissesto sta avanzando velocemente ma Lei sa benissimo che sarà la fine e l’inizio del non ritorno. Il suo consiglio comunale è formato da persone giovani che non hanno il giusto peso per poter portare avanti il suo programma né tanto meno Lei può fare tutto da solo. Ora basta siamo veramente stanchi di parole, scuse, accuse e quant’altro. Se pensa veramente di avere un peso a livello regionale e nazionale che possa far risollevare le sorti di questa città lo altrimenti faccia un passo indietro con umiltà e la città le sarà grata.Ogni giorno che passa è un giorno sottratto alla rinascita di questa città tanto sognata dalle persone per bene.
A proposito: Viva la legalità…
Lettera Firmata – Francesca Ripepi