Il Dl terrorismo attualmente si trova alla Camera ma la discussione tarda ad arrivare, soprattutto a causa dell’attesa relativa al parere della Commissione bilancio che si occupa delle indicazioni delle coperture di alcuni emendamenti. Aspettando che l’esame riprenda – dovrebbe verificarsi tra qualche ora, a partire dalle 9 di questo giovedì 26 marzo – è possiede ricordare gli aspetti più importanti del testo in questione.
Di uno, ovvero della possibilità del controllo da remoto dei dati sui pc e sui social, ce ne siamo già occupati, e rispetto ad altri due di strettissima attualità, ovvero le questioni dei foreign fighters e dei viaggi all’estero recandosi in aree a rischio, è previsto, rispettivamente, il carcere da 5 a 8 anni per chi si renda protagonista di attività di organizzazione, finanziamento o propaganda, e la “responsabilità individuale sulle conseguenze” per chi compia viaggi in tali zone.
A ciò si aggiunga, in secondo luogo, l’obbligo di arresto in flagranza proprio a carico di promotori, organizzatori e finanziatori nonché per “coloro che materialmente provvedono al trasporto”, quindi nei confronti dei cosiddetti scafisti, e l’arresto fino a 18 mesi con ammenda fino a 1.000 euro per chi detenga, usi o metta a disposizione di terzi sostanze e miscele esplosive. Non meno importante, infine, risulta il potenziamento, sia finanziario che di personale, del settore sicurezza. In questo ambito, infatti, sono previsti lo stanziamento di oltre 40 milioni di euro per l’operazione “mare sicuro” e l’allargamento del personale militare – 300 militari e 150 carabinieri – impiegato per operazioni di controllo del territorio.