Le difficoltà legate alla ripresa economica sono tante e diverse, e la preoccupazione che la già di per sé discutibile riforma del lavoro inciderà ben poco sul precario tessuto socio-lavorativo italiano, soprattutto se non sarà accompagnata da vera una riforma fiscale, rischia di trasformarsi seriamente in dura realtà. Non esiste un piano economico corposo sia di breve che di medio periodo, figuriamoci una prospettiva di sviluppo a lungo termine, né l’esecutivo offre reali garanzie di contrasto alla corruzione, che non soltanto grava pesantemente come un macigno sul fisco italiano ma ostacola anche gli investimenti nazionale ed esteri. L’altro pilastro, quello dell’intervento sull’apparato burocratico, è un altro tasto dolente, anzi dolentissimo. Come se ne esce da tutto questo? Certamente non con i proclami del Governo o con la propaganda messa in piedi dall’ex sindaco di Firenze, oggi Presidente del Consiglio, che fa troppo affidamento su euro e petrolio.
Oggi è necessario un piano organico – accompagnato da un vero e proprio shock economico – che accenda la miccia della ripresa della produzione, in tutti i settori, da quello industriale a quello agricolo, per passare per quello dei servizi. Proprio in questi giorni si sta discutendo di una questione odiosa, per non dire di peggio, che riguarda la tassazione sui terreni agricoli, ovvero il nuovo sistema dell’imposta municipale. Renato Brunetta la considerazione correttamente come “un vera e propria patrimoniale sui possedimenti agricoli”, che determina una vessazione sugli agricoltori, con “conseguente crollo del mercato immobiliare e agricolo, incidendo sui futuri equilibri del settore”. Il Presidente dei deputati di Forza Italia, nella giornata di ieri, ha quindi avuto modo di ribadire non soltanto la posizione di Forza Italia, che chiede di “ripristinare la totale esenzione dell’Imu per il settore agricolo”, ma anche di ricordare il collegamento che vi potrebbe essere tra “questa tassa inaccettabile” e il reperimento di circa 350 milioni utili a coprire gli oneri del “famoso” bonus degli 80 euro.
Gli agricoltori, pertanto, hanno pensato bene di protestare e lo hanno fatto sia nelle proprie regioni che davanti a Montecitorio. A loro favore si è espressa non solo Forza Italia ma anche gli altri partiti dell’ex centrodestra, dalla Lega nord a Fratelli d’Italia.
“Il governo Renzi invece di favorire lo sviluppo dell’agricoltura, uno dei pochi settori non delocalizzabili che crea ricchezza e occupazione sul territorio, punta di diamante del Made in Italy e del nostro patrimonio enogastronomico, utilizza questo comparto come bancomat. L’Imu agricola avrà ripercussioni incalcolabili sulle imprese, già vessate da altri balzelli voluti da Renzi e anche sui prodotti al dettaglio, con un’ulteriore compressione dei consumi alimentari, ormai ridotti al lumicino”. È quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli, in un messaggio riportato sul sito nazionale del movimento guidato da Giorgia Meloni, che, attraverso facebook ha rincarato la dose: fratelli d’Italia è al fianco dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli che oggi sono scesi in piazza a Montecitorio……per protestare contro l’Imu agricola: una tassa vergognosa e ingiusta, introdotta dal Governo Renzi e che sta mettendo in ginocchio il comparto agricolo italiano. A loro va la mia solidarietà e la mia vicinanza».