Nuovo appuntamento con la rassegna teatrale “Vacantiandu – Città di Lamezia Terme”, promossa e organizzata dall’associazione “I Vacantusi”. Sabato 7 Marzo alle ore 20.45 al Teatro Grandinetti andrà in scena con la commedia in dialetto cosentino “Gioia di papà”, che sarà interpretata dagli attori della Compagnia Teatrale “Il Volo delle Comete“ di Amantea, nell’ambito della quarta edizione della rassegna diretta da Nicola Morelli e Walter Vasta. Una commedia in due atti, diretta da Enzo Alfano e Tonino Sesti, brillante e ricca di colpi di scena. Ti piacerebbe avere un bambino? Comincia così la commedia “Gioia di papà”. Una realtà molto italiana: la volontà di non procreare. Dunque, la vicenda di Giovanni Siani (Enzo Alfano), affermato dentista eternamente fidanzato con Giulia (Anna Buffone), tutto preso dalle sue priorità e dalla determinazione a non compromettere uno status quo ideale con un figlio, diventa simbolo di molte coppie. Allora ecco pronto lo stratagemma. Come convincere uno scapolo, un “peter pan” refrattario ai bambini a cambiare idea? Semplice. Con la simulazione, con il gioco, con l’equivoco. L’aiuto di uno psichiatra (Tonino Sesti), un’assistente (Antonietta Sesti) e l’amico Attilio (Luca Alfano) in ipnosi indotta costretto a una regressione dell’età evolutiva sono gli elementi dell’éscamotage architettato per far vivere a Giovanni Siani l’esperienza della paternità. Ma vivere una genitorialità imposta per senso d’amicizia gioca brutti scherzi. Si devono accettare le distruzioni domestiche, la naturale propensione dei maschi verso le mammine, le feste di compleanno con i parenti. Si finisce per accettare inconsapevolmente un’idea sempre rifiutata e soffrire quando c’è l’imprevisto che cambia le regole del gioco. Il protagonista vive in uno spazio tempo concentrato diciotto anni. Tanti quanti sono necessari per curare la depressione di Attilio, in cerca della figura paterna. Rapporti complessi tra “cognati sottomessi alla vita” e in competizione, uomini che non vogliono crescere e donne moderne che chiedono molto. Gli equivoci non mancano e nemmeno le risate. In questa bella commedia non c’è una morale, se non quella che tutto si può fare, ma non prima di aver spento la diciottesima candelina.