La discussa riforma del lavoro, targata pd e ncd, ha registrato uno dei passi aventi anticipati nei giorni scorsi. Il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato con voto definitivo i due decreti attuativi, al centro di ampi dibattiti e polemiche nelle ultime settimane. Il primo, che ha come oggetto il contratto a tutele crescenti, fa si che i vecchi contratti abbiano i giorni o, per meglio dire, i mesi contati, perché a partire dal prossimo anno non potranno più essere stipulati. Come già detto in precedenza, accanto al contratto a tutele crescenti, in cdm si è discusso anche del secondo decreto attuativo, ovvero quello sulla cosiddetta Naspi (la “Nuova assicurazione sociale per l’impiego” che prenderà vita a partire dal 1 maggio 2015).
Altre modifiche
Restano i licenziamenti collettivi e, secondo quanto dichiarato dal Ministro del Lavoro Poletti e riportato dall’Agenzia Ansa, è stato introdotto il contratto di riallocazione, ovvero “un voucher con il quale ci si rivolge all’agenzia per trovare un nuovo posto di lavoro”. “I contratti a termine e il lavoro a chiamata non cambiano”, sebbene si sia proceduto alla ridefinizione delle tipologie contrattuali e all’abolizione dei contratti a progetto.
Il no dei sindacato
Sebbene i decretavi attuativi non siano stati accolti con favore dalla minoranza pd e dal mondo sindacale – che, rincarando la dose, oltre alla presa di posizione di Susanna Camusso del primo pomeriggio, ha ribadito che con questi provvedimenti non si conseguirà né l’abolizione delle forme di precarietà né tantomeno l’attivazione della ripresa e dell’occupazione – hanno espresso la propria soddisfazione, anche attraverso le rispettive pagine facebook, sia il Premier Renzi che il Ministro Poletti
L’esultanza di Renzi e Poletti
Renzi: “Questo è un giorno atteso da molti anni da una parte di italiani e soprattutto da un’intera generazione, che ha visto la politica fare la guerra ai precari, ma non al precariato. Con le decisioni prese oggi rottamiamo e superiamo l’articolo 18 e co.co.pro. e co.co.co. Ricuciamo uno strappo doloroso con una parte del Paese, sono riconosciuti diritti a chi fino ad oggi ne era escluso. Finalmente parole come mutuo, ferie, buonuscita entrano nel vocabolario di una generazione. Da oggi il lavoro presenta più flessibilità in entrata e più tutele in uscita, nessuno sarà più lasciato solo. Questi provvedimenti si occupano più di assunzioni collettive che di licenziamenti collettivi. Abbiamo tolto ogni alibi a quelli che dicono che assumere in Italia non è conveniente. Non solo perché si è fatta una riduzione importante delle tasse, ma anche perché gli elementi di incertezza non ci sono più. Ora o mai più, questa è davvero #lavoltabuona”
Poletti: “Da oggi stop ai #CoCoPro. E’ sempre troppo poco? In #Italia sono 500mila. Qualcuno lo aveva forse fatto prima d’ora? Oggi è stato avviato un grande cambiamento per il nostro #Paese”