Alla fine la richiesta della Grecia di un’estensione di 6 mesi degli aiuti internazionali è arrivata. L’annuncio è stato dato direttamente dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, attraverso twitter. “Received Greek request for six months extension” si legge sul profilo del polito socialdemocratico olandese, attualmente membro del Partito del Lavoro, che ha provveduto a convocare una riunione straordinaria dell’Eurogruppo per venerdì a Bruxelles. Dopo dopo la diffusione si è, quindi, subito pensato che tra Grecia e Ue fossero stati fatti passi avanti decisivi ai fini della risoluzione di una contrapposizione che rischiava di aprire il terzo fronte di crisi europeo, dopo Ucraina e confine sud minacciato dalll’isis stanziato in Libia. Invece no.
La lettere di Varoufakis
Nella lettera che il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha indirizzato al suo omologo olandese Jeroen Dijsselbloem, il politico greco, in primo luogo, ha voluto sottolineare come il nuovo Governo si sia impegnato verso un più ampio e profondo processo di riforma con l’obiettivo di rendere possibili le condizioni per la crescita, l’occupazione e la successiva stabilità finanziaria. La Grecia ha, pertanto, ribadito la sua volontà di voler soddisfare le richieste dei creditori, di onorare gli obblighi finanziari e di collaborare per evitare il sorgere di ostacoli. Proprio in quest’ottica – si può dire – dovrebbe essere considerata la richiesta dell’estensione di sei mesi del prestito. In questo contesto, tuttavia, il gigantesco nodo da risolvere è rappresentato dalla seria questione delle procedure concordate dai governi precedenti, rispetto alle quali Atene ha messo in discussione la validità di alcune disposizioni tecniche.
La prospettiva di Tsipras
L’intento del Governo Tsipras dovrebbe essere, innanzitutto, quello di associare a tale proroga la concessione di flessibilità, sino ad arrivare alla sua conclusione e alla possibilità di riesaminare tutta la vicenda sulla base di nuove proposte. Resta però da vedere come tutto questo dovrà (o potrà) essere coniugato, allo stato attuale, con l’ormai famoso memoradum, tanto criticato dalla sinistra greca, che – come è noto – prevede l’attuazione delle riforma interne e il rispetto delle politiche di austerità e che, quando venne sottoscritto dal precedente Governo, altro non rappresentò che la condizione per ricevere gli aiuti. Proprio questo è un tema decisivo. L’intera campagna elettorale di Syriza, infatti, è stata ampiamente incentrata sulla denuncia del memorandum e, sin dalla sua elezione fino a qualche giorno fa, lo stesso Tsipras aveva chiarito che la Grecia avrebbe chiesto alle autorità europee una ridiscussione delle condizioni.
Nella lettera, infatti, si legge ancora che durante questo periodo di sei mesi “dobbiamo procedere congiuntamente, e facendo il miglior uso della flessibilità indicata nella disposizione attuale, verso la sua conclusione positiva e alla revisione sulla base delle proposte, da un lato, del governo greco e, dall’altro, delle istituzioni”
Successivamente vengono indicati gli scopi della proroga. Clicca qui per leggere il testo della lettere in lingua inglese. (Fonte Reuters)
L’opposizione della Germania
Non poteva mancare il no di Berlino che ha provveduto a respingere gli intendimenti del Governo ellenico “perché la lettera di Atene non presenta alcuna proposta di soluzione sostanziale”. Secondo la Germania di Angela Merkel, in poche parole, i propositi della Grecia corrisponderebbero ad una operazione per ottenere un mero finanziamento ponte, senza tuttavia, lasciar sperare nell’adempimento concreto delle richieste e delle condizioni che stanno alla base del programma di aiuti. Situazione, questa, che lascia invece pensare che da parte di Berlino vi sia la sola speranza che Atene si consegni armi e bagagli nelle mani della Troika.