I rapporti non certo facili tra le istituzioni europee e la Grecia del nuovo corso inaugurato dalla sinistra di Alexis Tsipras, alleata della destra anti euro di Panos Kammenos (Indipendenti greci di Anel), potrebbero essere vicini ad una soluzione. A conclusione del vertice dei leader Ue, convocato a Bruxelles, è stata resa nota la notizia del raggiungimento di un accordo tra il premier greco e il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, per avviare quello che inevitabilmente sarà un dialogo tra i tecnici di Atene e quelli di Ue, Bce e Fmi.
L’intento del Premier greco – ormai ampiamente conosciuto e sul quale, almeno per il momento, non ammette alcuna forma di compromesso – è quello di accompagnare la Grecia fuori dalla crisi, mettendo, tuttavia, da parte le soluzioni proposte dagli istituti finanziari europei ed internazionali (appunto Bce e Fondo monetario internazionale), incentrate sulla prosecuzione delle politiche di austerità. Tsipras, insomma, è risoluto, almeno per il momento, nel percorrere la strada che porta alla “coesione sociale”, senza far patire al popolo ellenico altri sacrifici che pregiudicherebbero ulteriormente una situazione socio-economica già ampiamente compromessa. L’accordo, quindi, potrebbe andare proprio nella direzione di promuovere un dialogo che consenta di trovare un compromesso tra le richieste della Grecia e quanto la stessa Grecia ha sottoscritto in precedenza, quando però al timone c’erano altri Governi. Compromesso al quale non sembra essersi opposta neppure Angela Merkel che si è “limitata” (si fa per dire) a chiedere affidabilità e rispetto delle regole Ue,elementi da cui dipende la stessa credibilità dell’Unione.
Questo, in effetti, rappresenta un aspetto essenziale. L’Ue e la Bce – anche questo è noto – risentono particolarmente della prese di posizione della Cancelliera e della banca centrale tedesca, fino a qualche giorno fa restii ad andare incontro alle richieste provenienti dalla Grecia.
In capo alle autorità greche, in poche parole, permane (e non potrebbe essere diversamente) l’esigenza di non isolare la Grecia non soltanto all’interno dell’eurozona ma anche all’interno della stessa Unione Europea. Su questo è stato piuttosto chiaro lo stesso Tsipras che, in più circostanze, ha ammesso la sua volontà di non danneggiare i rapporti con i partner europei e di escludere l’uscita del suo Paese dalla moneta unica. Il quadro non è chiaro né tranquillizzante, soprattutto perché è necessario capire fino a che punto sono reciprocamente disposti ad arrivare le due parti contendenti (più che contraenti). Tsipras, poco prima del vertice dei leader Ue, convocato a Bruxelles tuttavia, si era dimostrato fiducioso e ha sostenuto che si riuscirà a trovare una “soluzione accettabile per tutti”.