La Corte Costituzionale ha deciso, con una sentenza che sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, che la Robin Tax è incostituzionale. Gli effetti della sentenza partiranno il giorno dopo la pubblicazione sulla G.U. e non saranno reatroattivi. La Robin Tax è l’addizionale Ires – cioè l’imposta sul reddito delle società introdotta nel 2008, dal governo Berlusconi con Giulio Tremonti ministro dell’Economia, con l’obiettivo di contenere i cosiddetti profitti di congiuntura in un contesto di alti prezzi del petrolio – che preme sulle imprese del settore petrolifero ed energetico. Il quesito sulla legittimità di questa norma era stato proposto dalla Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia, dopo il ricorso proposto da una rete di punti vendita di carburanti contro l’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia. Tutto ciò potrebbe creare un buco da circa 1 miliardo di euro per le casse dello Stato. Nella sentenza si legge “Nata per fronteggiare una congiuntura economica eccezionale la Robin Tax si è invece stabilita una imposizione strutturale, da applicarsi a partire dal periodo di imposta 2008, senza limiti di tempo”. E’ per questo che la Corte Costituzionale rileva una grave incoerenza inerente la proiezione temporale dell’addizionale. Inoltre, come dicevamo prima e come si legge sempre nella sentenza, i suoi effetti non sono retroattivi perché altrimenti «l’impatto macroeconomico delle restituzioni dei versamenti tributari determinerebbe uno squilibrio del bilancio dello Stato» tale da implicare «una manovra finanziaria aggiuntiva». E «in un periodo di perdurante crisi economica» ci sarebbe «una irragionevole redistribuzione della ricchezza a vantaggio di quegli operatori economici che possono avere invece beneficiato di una congiuntura favorevole». La sentenza è valida a decorrere del giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Cosicché dovrebbe avvenire già mercoledì 11 febbraio.