Arricchire le conoscenze faunistiche dell’Aspromonte, per accrescere la consapevolezza di un patrimonio di biodiversità unico nel suo genere. Sono questi gli scopi che guidano lo studio della distribuzione, dell’ecologia e della biologia delle specie inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat (“necessitanti di conservazione rigorosa”) e della coleotterofauna saproxilica dei boschi vetusti e degli ambienti meglio conservati del massiccio dell’Aspromonte, anche al fine di caratterizzarne il significato biogeografico e di conservazione. Gli invertebrati saproxilici, e in particolare i coleotteri, sono infatti tra le componenti più importanti delle zoocenosi forestali: un gran numero di elementi specializzati sono caratteristici, se non esclusivi, di ambienti forestali maturi e ben conservati e sono, quindi, ottimi indicatori della qualità delle foreste. Tali organismi sono, inoltre, significativi anche sotto il profilo conservazionistico. Le indagini sono state sinora svolte in alcuni settori montani di particolare valore naturalistico del massiccio, tra cui i boschi vetusti del comprensorio di Monte Montalto, Serro Sgarrone – Tre Limiti, Serro Juncari, Bosco Mancuso e Taglio di Pollia, quest’ultimo di particolare importanza poiché rappresenta un rarissimo esempio di foresta vetusta di Rovere meridionale. Il gruppo di lavoro che sta compiendo gli studi è coordinato da Carmelo Bonsignore del Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata (LEEA) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento PAU) unitamente agli entomologi Elvira Castiglione e Francesco Manti con l’importante collaborazione dello specialista di entomofauna saproxilica Alessandro B. Biscaccianti di Roma. Il lavoro di ricerca è stato realizzato in sinergia con il Servizio Tecnico e per la biodiversità dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte nelle persone dei funzionari Antonino Siclari e Luca Pelle, con i quali si predisporrà un programma di ricerche specialistiche sulla fauna entomologica del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Fondamentale per l’avvio ed il prosieguo delle attività è stata la sensibilità al programma di ricerca manifestata dal Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino e dal Direttore Tommaso Tedesco, e, soprattutto, la preziosa collaborazione ed il supporto logistico del Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Reggio Calabria, diretto dalla dott.ssa Marina Forgione, che ha permesso la ricerca all’interno della Foresta Demaniale Alto Aspromonte. Tra i numerosi dati raccolti, figurano ben quattro specie in Direttiva Habitat: i coleotteri Rosalia alpina, raro ed elegante longicorne caratteristico delle faggete, non più raccolto in Aspromonte da oltre un secolo, Osmoderma italicum, rarissimo endemita dell’Italia meridionale, Cerambyx cerdo, specie propria dei querceti termofili e xerofili, non ancora segnalata per il territorio del Parco, e il lepidottero Parnassius apollo, significativo papilionide. Da segnalare, inoltre, il ritrovamento, in varie stazioni anche di alta quota, di individui del ben noto Cervo volante minore, Lucanus tetraodon, semivicariante meridionale di Lucanus cervus, specie anch’essa elencata nell’Allegato II della Direttiva Habitat. Merita, tuttavia, particolare attenzione la presenza, accertata dagli entomologi, di numerose altre specie di coleotteri saproxilici estremamente rare e localizzate, tra cui molti elementi caratteristici di foreste primarie o strutturalmente evolute. Ricerche, scoperte, nuove conoscenze che testimoniano l’altissimo livello di biodiversità conservato dall’Aspromonte, montagna capace di inscrivere nel suo habitat, esempi di fauna e di flora straordinari.
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