La Comunità Papa Giovanni XXIII invita alla preghiera per la vita nascente
«Se vedeste un bambino mentre viene pestato a sangue senza poter intervenire, cosa fareste?», queste sono le parole con cui don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, inaugurava a Rimini 16 anni fa un momento di preghiera pubblica di fronte agli ospedali. L’esperienza continua ininterrottamente ogni martedì, nel giorno in cui si praticano gli aborti, e da allora si è diffusa in diverse città in tutta Italia. Il momento di preghiera è una richiesta di perdono a Dio per il delitto dell’aborto; vuole risvegliare la società di fronte ad un’ingiustizia nella quale sono due le vittime: il bimbo che muore; la madre ferita per sempre. Nel 2013 In Italia sono stati uccisi legalmente oltre 100 mila bimbi; 667 negli ospedali di Rimini e Cattolica. Quando le donne o le coppia si ritrovano ad affrontare con difficoltà una gravidanza, spesso vengono lasciate sole; le politiche familiari risultano insufficienti. La società propone loro una soluzione semplice: l’eliminazione del bambino. La Comunità Papa Giovanni XXIII interviene allora incontrando le gestanti in difficoltà e fornendo vicinanza ed aiuto. Lo spiega Giovanni Ramonda, Responsabile Generale: «Come della Comunità Papa Giovanni XXIII promuoviamo e sosteniamo l’affidamento familiare: è una scelta d’amore gratuito, ed una azione concreta di vicinanza alle mamme e alle famiglie in difficoltà». Enrico Masini è animatore generale del servizio di aiuto alla maternità difficile della Comunità Papa Giovanni XXIII: «Molto spesso nelle donne che incontriamo la scelta di abortire non è libera, ma è indotta dalle circostanze: dalla solitudine o dalle pressioni psicologiche che ricevono ad esempio da parte dei patner. Nel caso di gestanti minorenni spesso sono i genitori ad istigare all’aborto o a deciderlo; c’è un intero tessuto sociale che giudica incosciente far nascere un bambino in condizioni di difficoltà o con rischi di malattie, anche lievi. Nella nostra esperienza però, quando le donne trovano ascolto e aiuto, vince la vita». La Comunità propone soluzioni alternative all’aborto attraverso una rete di solidarietà, che a Rimini è costituita insieme con Ausl, Associazioni pro-life ed enti locali; propone di rivedere l’attuale sistema di sostegno alle famiglie: una petizione online chiede al governo uno stipendio per le mamme con reddito basso:http://www.citizengo.org/it/14564-senza-figli-non-ce-crescita-diamo-uno-stipendio-alle-mamme .Le preghiere per la vita nascente si terranno durante tutto il mese di febbraio su diversi marciapiedi d’Italia; a Rimini l’appuntamento è di fronte all’Ospedale Infermi, martedì 3 febbraio mattina alle ore 7.15.