Terrorismo: 20 cellule dormienti, sale l’allerta in Europa

terroristi_jiahdGli effetti collaterali delle vignette satiriche di Charlie Hebdo e del drammatico attentato di Parigi ad opera dei terroristi islamici non accennano a placarsi e il livello di tensione in tutto il vecchio continente è, ormai, in continuo aumento. Le informazioni che nelle ultime ore sono state diffuse, rispetto non solo alle cellule attive ma anche a quelle dormienti che sono sul punto di riattivarsi completamente, nonché in merito alle possibili azioni di “lupi solitari”, hanno indotto i Governi europei ad intensificare le attività di controllo, prevenzione e repressione. Secondo quanto emerso dalle recenti attività di Intelligence e considerando l’intero bacino territoriale dell’Unione Europa, ci sarebbero complessivamente venti cellule dormienti, composte da un minimo di 120 ad massimo di 180 uomini, ormai pronte all’azione, sulla base delle indicazioni fornite dell’Isis rispetto agli obiettivi specifici che devono essere colpiti. Sebbene le nazioni più a rischio siano Francia, Belgio ed Inghilterra, anche il nostro Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha chiarito che, su una scala da 1 a 10, l’allarme terrorismo in Italia è pari a 7. Numero importante che, tuttavia, non sarebbe accompagnato da chiari segnali di possibili atti terroristici immediati all’interno dei nostri confini.

Ciononostante, continuano le pubblicazioni delle vignette satiriche dei disegnatori francesi, su altre testate giornalistiche, benché, a diversi giorni dai fatti parigini, il mondo, avendo forse acquisito una maggiore consapevolezza non solo dei pericoli che corriamo ma anche e soprattutto del contesto in cui è maturato l’attentato, inizia ad interrogarsi seriamente su rapporto che intercorre tra satira e libertà di espressione, da un lato, e mera volgarità, provocazione e insulto, dall’altra. carabinieriQuesito, questo, che è destinato ad essere al centro di importanti e futuri dibattiti, soprattutto se si sviluppa all’interno di un’altra delicata questione, rappresentata dal rapporto, sia generale che particolare, che si instaura necessariamente tra libertà e sicurezza. E l’esigenza alla sicurezza, all’incolumità dei cittadini e alla pace sociale ha condotto, nella giornata di oggi, a circa una trentina di arresti, tra Francia, Belgio e Germania. Le forze di polizia e i servizi di Intelligence stanno lavorando senza sosta, associando al controllo diretto di individui e del territorio, anche il monitoraggio della rete, includendo social network, blog e siti fondamentalisti. Oltre al proselitismo e al reclutamento, vi è, ormai, anche la certezza di probabili attacchi informatici, a prova del fatto che il terreno del confronto si sta ulteriormente espandendo, coinvolgendo nuovi attori e prevedendo l’uso di strumenti nuovi e il ricorso a strategie inedite rispetto anche solo a dieci anni fa.

marine-le-penProprio su questo fronte, per ciò che attiene direttamente il nostro Paese, è stato rilevato che sarebbero circa un centinaio i presunti Jihadisti presenti a casa nostra, quasi tutti residenti al Nord. Nelle ultime ore, inoltre, ci sarebbe stato persino il rischio di lasciar transitare sul nostro territorio terroristi, provenienti dal Belgio, in fuga dopo le recenti operazioni condotte dalle forze dell’ordine locali. Come è chiaro, queste informazioni mettono in allarme l’intera opinione pubblica che si trova ad affrontare un problema dai contorni sfuggenti. Si rinsalda, d’altra parte, il fronte atlantico con gli Stati Uniti, sebbene si è ancora ben lontani da quelle forme di collaborazione che in tanti auspicano ai fini di un migliore coordinamento delle indagini e delle attività a livello internazionale. La prospettiva, amara ed angosciante, di dover far fronte ad eventuali falle dei sistemi interni è un orizzonte respinto a livello istituzionale ma fortemente avvertito a livello sociale. E, proprio considerando la natura complessa del problema, c’è chi – come il Fronte nazionale di Marine Le Pen – arriva persino a chiedere l’applicazione della pena di morte. Al di là di questa soluzione, tuttavia, non sarebbe, invece, da accantonare un’altra ipotesi, ovvero quella di adottare nuove strategie a livello geopolitico, prima fra tutte la creazione di un asse con la Russia, Paese che, per posizione geografica, è particolarmente vicino al Medio Oriente e ne conosce determinate sfumature.

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About the Author: Luigi Iacopino