08\01\2015 – di Fabrizio Pace – Prima Londra, ieri Parigi e adesso dove colpiranno? Qual’è l’altra grande capitale europea che manca? E’ questa la domanda che ci si deve iniziare a porre. Inutile, è questione di tempo, il terrorismo si è evoluto e il suo livello di pericolosità si è elevato.
Prima erano “forestieri” che si organizzavano per colpire in terra altrui, adesso sono uomini europei, magari di origini straniere, figli di un’integrazione multiculturale mai avvenuta realmente per taluni elementi. Il rischio è incalcolabile, quante altre persone posso essere state traviate dalla propaganda fondamentalista islamica non è dato saperlo, il messaggio internazionale che le fonti medio orientali del terrore inviano ai proseliti raccontano di ambire alla conquista e alla sottomissione di “noi” infedeli.
Mentre l’Occidente punta ad un’ipocrita integrazione, per lavarsi la coscienza delle barbarie passate, gli estremisti islamici, nel nome di Allah (del loro Allah, perché quello dei mussulmani moderati, non torcerebbe un capello alla gente) ci voglio uccidere tutti, e ridurre in schiavitù le nostre donne. Se prima odiavano il nostro stile di vita in quanto, a loro dire dissoluto, in base a quelle che sarebbero le “loro” linee coraniche, oggi li infastidisce anche la nostra libertà culturale e religiosa, perché è questo, quello che sta alla base dell’attacco al settimanale satirico Charlie Edbo.
La loro intolleranza verso gli occidentali non è più motivata dall’ignoranza, perché ormai studiano da noi, vivono da noi, investono i loro soldi da noi ma purtroppo profondamente ci disprezzano. Non bisogna generalizzare, non finiremo mai di scriverlo, qui si punta il dito solo contro i fanatici fondamentalisti islamici, che però ad oggi sono purtroppo in aumento, perché la rete amplifica messaggi talora distorti e convince gli emarginati a scelte scellerate nel nome di un futuro diverso. Facili da trovare sui canali media internazionali, video di propaganda islamica che spesso invitano i foreing fighter (i nuovi mercenari) a combattere per la “loro” causa.
A quanto si apprende dal ministero degli Interni sarebbero 53 che sono passati in transito dall’Italia in partenza o di ritorno questo non ci è dato saperlo così come se tra questi vi sono anche degli italiani. Urge una soluzione internazionalmente adottata, perché con questi individui, più vicini a bestie sanguinarie che a uomini (come si è visto nell’esecuzione del poliziotto ferito al suolo, di ieri) il dialogo, l’integrazione non hanno futuro.
Fabrizio Pace