Un Odeon tra le mura domestiche

OdeonCome si fa ad immaginare che all’interno di un complesso residenziale del primo novecento possa conservarsi un bene archeologico ipoteticamente risalente al III secolo a.C.. Eppure nella centralissima via XXIV Maggio, in una delle traverse principali del corso Garibaldi a Reggio Calabria, nel tratto compreso tra via Demetrio Tripepi e via del Torrione, basterebbe valicare il cancello in ferro di una corte privata per entrare in un ambiente, recentemente restaurato, e ammirare i resti dell’Odeon (teatro coperto). L’edificio di epoca greca è caratterizzato da una cavea in blocchi di arenaria, i cui resti sono incassati in un ambiente seminterrato fino a poco tempo fa collegato ad una civile abitazione, tanto da diventarne arredo fisso della stessa. Nel 1920, durante i lavori di costruzione del complesso residenziale, furono rinvenuti i resti dell’antico edificio, che il Soprintendente alle antichità, Paolo Orsi, interpretò come appartenenti appunto ad un Odeon con cavea suddivisa in sei gradinate. Il ritrovamento non mise ostacoli al nuovo cantiere edile tanto che i resti vennero inglobati all’interno della stessa costruzione. A differenza dei resti archeologici “a cielo aperto”, quelli dell’Odeon non possono essere fruiti con facilità pertanto rimangono poco conosciuti e raramente aperti al pubblico. L’esempio dell’Odeon non è il solo nella città di Reggio Calabria, infatti spesso ambienti apparentemente moderni nascondono stratificazioni di epoche precedenti anche molto lontane. Solo mettendo in rete i siti archeologici della città si può portare avanti un itinerario di valorizzazione del patrimonio che potrebbe avere concrete ricadute ai fini turistici.

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Antonella Postorino (fonte  – www.antonellapostorino.com) Metro on the road

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