E fu cosi che per l’ennesima volta le ottimistiche previsioni del Governo italiano, in tema di ripresa e consumi, sono state nuovamente disattese. Nonostante proclami, proiezioni e i soliti slogan da eterna campagna elettorale del (non eletto) Premier Matteo Renzi e dei suoi collaboratori, a partire dal Ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, il 2015, infatti, non inizia nel migliore dei modi. Ma, se da un lato, non si avverano le previsioni del Governo, dall’altro si avverano quelle della Codacons. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, attraverso un comunicato stampa, emesso poco prima della fine dell’anno aveva messo in guardia la classe politica e l’opinione pubblica in merito all’inutilità dell’anticipazione dei “saldi invernali al 3 gennaio”, considerando quest’ultima come una “misura inutile, che non influirà in alcun modo sugli acquisti degli italiani per gli sconti di fine stagione”. Il motivo, sufficiente chiaro ed inconfutabile, consiste nel fatto che “le famiglie italiane arrivano all’avvio degli sconti di fine stagione col portafogli già svuotato dalle spese per le feste natalizie e di fine anno”, a ciò aggiungendosi anche l’aggravante della diminuzione del budget da dedicare agli sconti stagionali, sempre più risicato. Dicembre, per gli italiani, si rivela ancora una volta, mese nero, caratterizzato dall’accumularsi di scadenze fiscali importanti che, di fatto, contribuiscono a limitare la capacità di spesa dei cittadini.
Sulla base dell’indagine condotta, la Codacons era anche arrivata a fare qualche stima, prevedendo che solo il 35% delle famiglie italiane avrebbero fatto acquisti durante i saldi, con una spesa non superiore a 184 euro a famiglia. Le vendite, in conclusione, sempre secondo queste stime, avrebbero subito una riduzione media pari a -8% rispetto all’anno appena passato. Qualche ora fa i dati aggiornati confermano che i timori espressi dall’associazione che difende ambiente e consumatori erano più che fondati. In ultima analisi, infatti “l’aver anticipato l’inizio degli sconti al 3 gennaio non è servito a molto. Secondo quanto emerso, fa sapere la Codacons, “le vendite, nella prima mattinata di saldi, appaiono in calo mediamente del 5% nelle grandi città rispetto alla partenza dei saldi 2014”. A risentire in misura minore di questa diminuzione sono outlet e centri commerciali.
Ma, se le notizie della Codacons sul fronte consumi non sono delle migliori, la situazione non cambia di molto sul fronte vacanze. Federalbeghi, l’associazione di categoria che rappresenta gli interessi delle imprese alberghiere, fa sapere che, in occasione del ponte dell’Epifania, il numero di italiani che si regaleranno una vacanza subirà una diminuzione pari a -13,1%, per un totale di circa un milione e mezzo gli italiani, dei quali l’84% sceglierà mete nazionali. Secondo il Presidente di Federalberghi, Bernabo’ Bocca, si tratta di un segnale preoccupante per l’anno appena iniziato.