I duelli a distanza tra i due Matteo più importanti della politica italiana odierna sono, ormai, quasi all’ordine del giorno. Il leader della Lega nord, che da mesi incarna incessantemente il volto concreto della protesta e della alternativa, sta preparando il terreno per un 2015 che si preannuncia molto intenso per i leghisti che, qualche da qualche giorno, hanno iniziato ad estendere le ramificazioni del movimento federalista ed eurocritico anche al centro e al sud, attraverso la presentazione ufficiale della lista “Noi con Salvini”. Ma altrettanto intensa dovrebbe essere anche l’attività dell’altro Matteo, ovvero il segretario del Pd, Renzi, che, da Capo del Governo, ha annunciato l’avvio di percorsi normativi importanti già dai primissimi giorni del nuovo anno. Temi importanti, tra i quali l’approvazione della nuova legge elettorale e il contrasto alla corruzione, la riforma della giustizia (si spera) e le innovazioni in ordine alla sicurezza stradale.
Ma quello che concretamente ci riserverà il futuro è ancora impossibile persino ipotizzarlo. Ci sono, innanzitutto, i referendum della Lega, ai quali si aggiunge un’imponente manifestazione che lo stesso Salvini sta organizzando per febbraio, probabilmente il 28, che si terrà a Roma. Per non tacere, poi, delle controverse dinamiche che vedono il Patto del Nazareno, stipulato dal segretario del Pd e dal presidente di Forza Italia, perennemente in bilico e sottoposto al fuoco dei collaboratori più vicini di Renzi, che tentano sempre, riuscendoci, di limitarlo alla discussione ed approvazione delle riforme. Berlusconi, invece, vorrebbe estenderlo anche ad altri settori, primo fra tutti l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Ma il 2015 vederà l’ex Cavaliere alle prese con un altro problema, altrettanto controverso ed importante, e che riguarda, come è ormai noto, la ricomposizione del centrodestra italiano. Veti a parte, tutti sarebbero d’accordo ma si è ancora lontani dal compiere il primo passo, con il rischio che si vengano a creare nuovi fattori di divisione.
Ve n’è uno, tuttavia, che rappresenta un decisivo punto di incontro, ovvero la riforma fiscale, rispetto alla quale sia Berlusconi che Salvini, sono d’accordo sulla necessità di legare due temi cari al centrodestra: la riduzione delle imposte e l’aumento del lavoro, determinando di conseguenza l’abbattimento dell’evasione fiscale. Anche le ricette sono note e il punto di partenza lo ribadisce il leader del Carroccio attraverso la sua pagina Fb: “Pagare il 15% di Irpef, una aliquota fiscale unica, uguale per tutti, una scelta coraggiosa che funziona in 38 Paesi del mondo. Per abbattere l’evasione fiscale, per far pagare meno tasse a chi oggi le paga, per lasciare circolare miliardi di euro in più. Meno tasse e più lavoro, più risparmi, più consumi”. “Difficile da capire per la sinistra?”, si domanda l’eurodeputato leghista.
Aspetti su cui riflettere, soprattutto a seguito degli ultimi dati emessi dall’Istat, secondo i quali, benché la recessione si stia avviando verso la fine, “le condizioni del mercato del lavoro – si legge sul sito Tgcom24 – rimangono difficili con tasso di disoccupazione in crescita”, mentre permane la fase di stagnazione.