Cristoforo Labate: 125 anni di attività

LabateNel 1889 l’Italia era in piena Età Umbertina. Il Re, Umberto I, ma soprattutto la Regina, Margherita di Savoia, dominavano la scena. Era già cominciata l’espansione coloniale e veniva promulgato il Codice Zanardelli. Gabriele d’Annunzio pubblicava “Il Piacere” che descriveva il bel mondo romano. Nella carta stampata due giornalisti calabresi erano tra i protagonisti: Vincenzo Morello alias Rastignac e Rocco de Zerbi. A Parigi nasceva il “Moulin Rouge” e due anni prima Vittoria, Imperatrice delle Indie, aveva celebrato il “Golden Jubilee” per i 50 anni di regno. Sempre nel 1889 fu fondato il “Wall Street Journal”. Era anche il primo centenario della Rivoluzione Francese e un secolo dopo sarebbe crollato il Muro di Berlino. Un anno interessante: l’89. Tra l’altro otto più nove da diciassette; sette più uno fa otto: l’infinito. Lo stesso risultato si ottiene sommando uno, due e cinque (125). Ma non proseguiamo oltre e fermiamoci, invece, alla nostra città. In quel lontano 1889 anche a Reggio di Calabria accadde qualcosa che veniva da lontano e sarebbe andata lontano: sino ai giorni nostri. Nasceva la Ditta Cristoforo Labate. Il fondatore, Cristoforo Labate, era nato nel 1866 a Reggio di Calabria. Suo padre Francesco, nato nel 1832, possedeva un emporio nel rione Sant’Anna. A 16 anni Cristoforo si trasferì a Parigi per imparare l’arte sartoriale. Poi rientrò in Italia e, dopo un periodo a Napoli, fece definitivamente ritorno a Reggio di Calabria dove aprì quello che oggi è “in assoluto e su base documentale, la più antica Azienda di Abbigliamento e Cappelleria esistente nella Città di Reggio Calabria, l’unica che ha sempre mantenuto la medesima Ragione Sociale e la stessa proprietà familiare.” Per ricordare i 125 anni di attività l’attuale Titolare, Cristoforo Labate, (stesso nome del nonno, fondatore della Ditta) e i suoi due figli, Lorenzo e Stefano, che collaborano nella gestione dell’azienda hanno dato alle stampe una plaquette che ripercorre la loro storia: una risorsa preziosa per la città della Fata Morgana. Dalla lettura apprendiamo che i primi prodotti commercializzati furono i cappelli e poi via, via, altri capi d’abbigliamento per uomo come le ghette e i colli duri: chi li ricorda? Il terremoto del 1908 spazzò via la città e distrusse anche l’esercizio commerciale di Cristoforo Labate il quale sopravvisse assieme ai suoi cari. Non si diede per vinto; e ricominciò con una baracca in legno nei pressi del Caffè Spinelli. Intanto, mentre la città si avviava alla ricostruzione, la Grande Guerra era all’orizzonte. Nel 1923 Cristofaro Labate aprì l’attuale negozio sul Corso Giuseppe Garibaldi angolo Via Fata Morgana: ristrutturato nel 1964 e nel 2002. Tra i rapporti commerciali spicca quello con la prestigiosa Borsalino Giuseppe & Fratello di Alessandria. Quando nel Maggio 1942 Cristoforo Labate cedette l’attività ai figli Lorenzo e Paolo, la Borsalino con una lettera rammenta “che serberemo gradita memoria degli ottimi rapporti d’affari intercorsi” e dà atto che “i rapporti d’affari di un cinquantennio si sono sempre svolti a piena nostra soddisfazione”. La Seconda Guerra Mondiale portò a un rallentamento delle attività commerciali che ripresero con forza e vigore nel Secondo Dopoguerra. Nel 1970 subentrò nella gestione, l’attuale titolare. La storia della Ditta Cristoforo Labate è una straordinaria storia borghese: una borghesia operosa, attiva, dinamica, retta. E si incrocia con la storia di Reggio e d’Italia. Oggi da Cristoforo Labate non si trovano più le ghette ma comunque sempre prodotti per clienti raffinati e di classe: “Alan Paine”, “Gloverall”, “Johnstons of Elgin” per citare alcuni marchi. L’unico problema è che quando tra 75 anni doppierà i due secoli di vita con la stessa proprietà familiare e quindi potrà aderire alla prestigiosa www.henokiens.com che raggruppa le aziende familiari con più di due secoli di vita: io non ci sarò. Ma non sarà colpa mia!

Tonino Nocera

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