Per gli italiani sarà possibile “pagare alla cassa” con un semplice “sfioro”. Come? Basterà avere a disposizione uno degli ultimi smartphone usciti sul mercato dotato della tecnologia Nfc (Near field communication), una radiofrequenza che permette di trasferire dati avvicinando l’apparecchio al Pos, il terminale elettronico per l’accettazione dei pagamenti. Al momento sono pochissimi che pagano grazie a questo gesto semplicissimo, ma l’Osservatorio mobile payment and commerce, istituito dal Politecnico di Milano, stima una veloce crescita: i 250mila Pos oggi abilitati (su un parco-complessivo di 1,3 milioni) nel 2017 saranno 800mila. Oltre allo smartphone con tecnologia Nfc, va acquistata una sim che deve essere abilitata per caricare sul cellulare i dati della propria carta di credito, o di debito, o prepagata. La nuova tecnologia è l’effetto di una collaborazione tra banca – operatore telefonico – esercente. Tuttavia sono ancora poche le convenzioni attive: al momento troviamo Banca Mediolanum, Compass del gruppo Mediobanca, Bnl-Bnp Paribas e Ubi Banca. Tim stessa utilizza comunque la propria carta prepagata così come Vodafone. Puntano molto sul mobile payment anche le Poste, che sono sia operatore telefonico, con Postemobile, che finanziario, con Bancoposta, e possono caricare sui telefonini tutte le proprie carte. Inoltre la tecnologia Nfc permette anche di accedere ai mezzi pubblici grazie allo sfioro dello smartphone ai tornelli come a Milano e Torino, a pagare il bus tramite sms a Firenze, e saldare il conto dei parcheggi a Vienna. Insomma, lo smartphone diventerà un vero e proprio borsellino elettronico, mobile wallet, dove conservare la carta d’identità elettronica, gli abbonamenti al bus, le carte fedeltà, i buoni acquisto, la tessera elettorale e le cartelle cliniche.