Reggio Calabria – La conferenza stampa voluta da Demi Arena sabato scorso ha coinvolto molte delle forze di centro destra della città. L’incontro è stato organizzato dalla considerazione di tracciare un bilancio trasparente a favore dei cittadini, delle associazioni di categoria e della politica sulle recenti polemiche di fondi persi o inutilizzati. Oggi, spiga Arena, occorre vigilare su quelle opere che la giunta regionale uscente ha messo in cantiere per la città, per le quali è stata stanziata la cifra di 630 mln di euro, (una quantità di denaro mai così importante per Reggio Calabria), che già sono stati oggetto di discussioni ed approfondimenti vari e su cui si può avere cognizione consultando il sito web http://www.630milioniareggio.it. Le risorse relative al piano della mobilità in questi giorni hanno avuto spazio sui giornali ma si è fatta confusione e demagogia, continua Arena e con le carte alla mano spiega che la sua amministrazione nell’agosto 2009 apprese dell’esistenza di alcune risorse economiche che ancora Reggio non aveva utilizzato, a differenza di Catanzaro e Cosenza. Si formò tempestivamente, un tavolo tecnico al quale “sedettero” Università, Capitaneria, Ferrovie e ATAM (tutti i soggetti della mobilità urbana) e si riusci a stilare un protocollo d’intesa e comunicarlo a commissari in modo da non perdere le risorse comunitarie. Quest’ultime, come molti ben sanno, sono però soggette al rispetto di tempi, il non rispetto dei quali comporta non solo la perdita degli stessi ma anche le sanzioni. La Giunta Regionale si è impegnata quindi non solo nelle risorse per il trasporto pubblico locale ma anche per il Palazzo dio Giustizia, facendo un piano delle risorse disponibili e programmando una rimodulazione. Per fare queste opere occorreva però “tagliare” il piano della mobilità, un operazione che ai tempi fece irrigidire l’ex-assessore regionale, ma gli fu spiegato che queste risorse non potevano essere utilizzate entro il 2015 e quindi sarebbero andate perse. Arena, in base a quanto ha esposto sabato, pretese che però su questo si facesse un passaggio con l’amministrazione comunale, quindi vi fu un incontro due giorni prima dell’adozione della delibera, un verbale nel quale si affrontò solo il problema di Reggio, con la partecipazione di un dirigente dei lavori pubblici del Comune , nel quale la struttura regionale fece presenti quali sarebbero state le scadenze, e l’amministrazione comunale dispose una lista salvando alcune di opere e garantendo che sarebbero state completate nel dicembre 2015. Tra quelle, per un totale di 41 milioni 351 mila euro si annoverano : il Parcheggio di Scambio del Centro Direzionale, le Bretelle del torrente Sant’Agata 2 e 3 lotto, Ponte sul Torrente Gallico, Ponte sul Torrente Calopinace indispensabile per complementare il parco lineare sud, i mezzi dell’ATAM (oltre4 mln 290 mila euro) e poi la Piattaforma della Mobilità. Tali opere, fu stato garantito, saranno “cantierate” entro il 31 dicembre del 2015. Per il resto, che riguarda l’opera più grande, un progetto tra l’Università e ATAM, ammontante a circa 68 mln di euro, molto onestamente, come ricorda Arena, il rappresentante del Comune, dichiarò che non sarebbero stati in grado di rispettare le scadenze. Venne deliberato quindi il de-finanziamento di quell’opera ma vi si aggiunse un atto di reindirizzo sostenendo che quelle risorse avrebbero dovuto essere ricercate nella futura programmazione. Da un lato, aggiunge l’ex-sindaco, le si rifinanziava dall’altro si chiedeva di reperirle nella nuova programmazione. Se la nuova Giunta Regionale adesso riterrà di voler salvare queste risorse della città potrà farlo seguendo la strada predisposta dall’amministrazione precedente ma occorrerà perorare la causa di Reggio Calabria. Sarebbe agevole ri-allocare quelle risorse economiche. Arena aveva immaginato di utilizzarle (circa 6 mln di euro de-finanziate), impiegandole a Mortara stralciando l’opera dell’ATAM, e chiedendo aiuto alla Regione, dell’allora neo insediato Scopelliti, per realizzare la sede dell’ATAM che avrebbe gestito la stessa come risorsa e l’avrebbe patrimonializzata. Un opera il cui ammontare si sarebbe aggirato intorno ai 12\13 milioni di euro. Purtroppo quei soldi sono stati de-finanziati perché non è stato portata a compimento l’attività che era alla base di quel progetto. Ecco la verità illustrata carte alla mano da Demy Arena, sulla quale non occorre fare una battaglia di tipo politico, basta scaricare le responsabilità sul passato, se come si dice si vuole vivere una stagione di pace sociale. Quei soldi furono persi, e c’era un responsabile che avrebbe dovuto svolgere un’attività da un punto di vista amministrativo è una cosa nota a tutti, però se a questi occorreva una firma dal rappresentate dell’ente, e non l’ha avuta… non lo si può sapere. Di certo ci sono delle responsabilità alla base di quella perdita. C’è oggi il rischio, per le stesse negligenze, di avere un de-finanziamento dei 630 mln di euro. Il centro destra della città sta lanciando un allarme, ed è pronto a collaborare per il bene superiore di Reggio in un contesto che smetta di guardare al passato su cui non c’è più nulla da speculare, si spera anche, conclude Arena, nella collaborazione anche dei cittadini che hanno il compito di vigilare in modo che le parole dei politici diventino fatti.
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