Successo e ampia soddisfazione alla chiusura finale del corso in onoterapia

CONSEGNATI GLI ATTESTATI AI CORSISTI

Corsisti con gli asinelli 1Si è i concluso il corso di aggiornamento di pedagogia speciale in onoterapia, promosso dall’Associazione “William Latella” presso la comunità terapeutica “Vecchio Borgo”, d’intesa con l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali IPU – Progetto Uomo- di Viterbo, con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e con il patrocinio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania di Cosenza. Il corso di primo livello ha preso avvio il 6 aprile u.s. avviando una sperimentazione sul campo dei benefici che possono essere generati dall’introduzione dell’onoterapia nella cura di persone con difficoltà legate a condizioni di disabilità, di disagio emotivo-affettivo, di dipendenza. Questo tipo di pet-therapy, praticata con l’utilizzo degli asini, sta prendendo piede soprattutto in alcune regioni come l’Abruzzo, il Veneto, la Sicilia, la Lombardia. Ad oggi, sul nostro territorio mancano persone che abbiano sviluppato competenze ed abilità nell’attività dell’onoterapia, sicché questa esperienza formativa realizzata nel nostro territorio è stata altamente innovativa. Questo tratto è stato ampiamente sottolineato da tutti i presenti alla manifestazione finale. Il prof. Guido Leone, responsabile della comunicazione dell’Associazione “William Latella”,introducendo i lavori ha sottolineato come l’agricoltura sociale si caratterizza per l’uso di elementi produttivi dell’impresa agricola anche per garantire servizi alla persona, dagli asili alle fattorie didattiche,dal turismo verde ai servizi di reinserimento sociale.” Credo – dice ancora il prof. Leone- che su questo terreno sta sopravanzando fortunatamente una nuova generazione di giovani che mostra di avere capito dove ci ha portato la finta modernizzazione solidale, insomma, questa “filosofia” sociale di fondo ci fa ben sperare e costituisce un elemento di forza nella progettazione di una offerta di servizi sociali alla persona. Alla comunità terapeutica Vecchio Borgo – conclude Guido Leone – questa scommessa stiamo provando a vincerla”. Giovanni Verduci, vice presidente dell’Amministrazione Prov.le reggina, si è compiaciuto dell’iniziativa e nell’annunciare l’intenzione di proseguire il sostegno a tale attività osserva che nell’ambito dell’agricoltura multifunzionale è possibile realizzare percorsi terapeutici, riabilitativi e di integrazione sociale di persone svantaggiate, attività assistenziali di cura degli anziani, avviare asili nido, ospitare persone per degenze post-ospedaliere e molto altro. L’azienda agrisociale, in sostanza, potrà essere un centro di servizi sociali ma anche di aggregazione nelle aree rurali, declinando tale assunto nelle più svariate iniziative. L’agricoltura sociale è una nuova pratica che attraverso iniziative promosse in ambito agricolo e alimentare da aziende agricole ma anche cooperative sociali, intende favorire il reinserimento terapeutico di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre veni.Si tratta ,in sintesi, di un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali,in maniera diretta o attraverso associazioni preposte, possono applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, coinvolgendo una pluralità di soggetti giuridici, enti, aziende agricole e cittadini. Espressioni di compiacimento anche da parte del prof. Pino Latella,responsabile della Comunità terapeutica “Vecchio Borgo”, per l’impegno profuso dai corsisti ma anche l’augurio che questa esperienza possa determinare,nel suo prosieguo,le premesse per la creazione di un laboratorio sperimentale di attività nel seminario conclusivo onoterapia 1settore. Il corso “Oltre Buridano”, affidato alla direzione scientifica e didattica al prof. Alessandro Petronio che insegna psicologia di comunità e metodologia e statistica per la ricerca sociale presso l’istituto universitario IPU, si è caratterizzato come corso di aggiornamento di pedagogia speciale indirizzato a figure professionali di diversa estrazione: educatori, psicologi, operatori sociali, insegnanti, veterinari. Per i moduli a carattere storico/antropologico e psicopedagogico sono stati coinvolti docenti dell’Istituto universitario, in primis il prof. Alessandrini, per gli aspetti biologici ed etologici presenti veterinari esperti non si possono non fare alcune riflessioni sulla necessità di una approfondita analisi dell’agricoltura sociale, vero rifugio di valori antichi e attualissimi. Sostenibile, etico, locale, solidale. Il futuro del mondo agricolo, soprattutto in Calabria, non può tradire le orme rappresentative del proprio passato. Da sempre la più vera, e nobile, cultura della terra ottimizza le proprie risorse coniugando il senso del lavoro e del tempo con quello del capitale sociale e della vita. La campagna, ancorché penalizzata da una politica globalizzata, incarna ancora il più antico e moderno esempio di equilibrio naturale. Resta quel terreno particolare e proficuo per la cura dei valori immateriali quali le interrelazioni tra uomo e natura, la coltivazione di stili di vita incontaminati, la salvaguardia di tradizioni, la valorizzazione di patrimoni culturali. Va recuperato, perciò, il valore comunitario e solidale dell’agricoltura sociale, dell’utilizzo delle attività agricole come base per promuovere salute mentale e fisica e migliorare le qualità di diverse tipologie di utenti. In una concezione sempre più vasta ed articolata, l’agricoltura sociale si caratterizza per l’uso di elementi produttivi dell’impresa agricola anche per garantire servizi alla persona, dagli asili alle fattorie didattiche, dal turismo verde ai servizi di reinserimento sociale attraverso il lavoro per agricola canalizzata su binari sempre più fuori controllo, da una offerta prettamente commerciale,relegata a processi di integrazione del sistema agroalimentare che rappresentano forme di dipendenza e di decadimento. Una agricoltura, insomma finalizzata a logiche di profitto. Le esperienze più recenti come i metodi di produzione biologica,biodinamica e a basso impatto ambientale, i canali di vendita a filiera corta o a chilometro zero, i Gas, i Gruppi di ascolto soggetti in difficoltà. Credo – conclude il prof. Leone- che su questo terreno sta sopravanzando fortunatamente una nuova generazione di giovani che mostra di avere capito dove ci ha portato la finta modernizzazione solidale, insomma, questa “filosofia” sociale di fondo ci fa ben sperare e costituisce un elemento di forza nella progettazione di una offerta di servizi sociali alla persona. Alla comunità terapeutica Vecchio Borgo – conclude Guido Leone – questa scommessa stiamo provando a vincerla. Nel territorio reggino sono presenti alcune realtà che praticano la pet therapy con l’uso di cavalli o altri animali, non è invece disponibile un’esperienza che utilizza gli asini, sia perché è poco comune che questi animali siano considerati come “agenti di mediazione”, sia perché non sono presenti persone che hanno sviluppato competenze e abilità per la pratica dell’onoterapia. Presso la comunità terapeutica “Vecchio Borgo”, in località Ciosso-Oliveto-Motta San Giovanni, le attività di cura verso gli ospiti della comunità stessa sono fondate sul lavoro di carattere tradizionale che attinge ai caratteri tipici della cultura rurale calabrese, nella quale la presenza dell’asino come affidabile e solido animale domestico è stata diffusa fino ad almeno un decennio nel secondo Dopoguerra, in particolare nelle impervie zone collinari che fanno da ali alle fiumare che incidono il nostro territorio. Per questo motivo presso la comunità “Vecchio Borgo” gli asini sono presenti come elemento naturale di testimonianza di questo tipico carattere rurale. Il percorso sperimentale di formazione, affidato alla direzione scientifica e didattica al Prof. Alessandro Petronio che insegna Psicologia di Comunità e Metodologia e Statistica per la Ricerca Sociale presso l’Istituto Universitario IPU, si è caratterizzato come corso di aggiornamento di Pedagogia Speciale, aperto a figure professionali di diversa estrazione:educatori, operatori sociali, conduttori di gruppo, veterinari, ecc.. Per i moduli a carattere storico/antropologico e psicopedagogico sono stati coinvolti docenti dell’Istituto universitario, per gli aspetti biologici ed etologici presenti medici veterinari esperti, mentre le sessioni teorico/pratiche sono stati seguite da esperti nazionali di onoterapia , come Patrizia Reinger, Eugenio Milionis, Alberto Pellai. Domenica prossima, dunque, la fase terminale dei lavori con la consegna degli attestati di partecipazione ai corsisti alla presenza del comitato scientifico e dei partner istituzionali del progetto.

Il resp. della Comunicazione Ass. “William Latella” Guido Leone

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