Dopo anni di commissariamento la nostra città torna ad avere una rappresentanza politica democraticamente eletta e, come sempre accade, dopo nuove elezioni tutti abbiamo atteso i suoi primi atti, per poterne giudicare l’efficacia, cercando di evitare posizioni o giudizi precostituiti. Il compito di risollevare l’economia Reggina, la sua credibilità istituzionale, la qualità dei servizi, è oggettivamente arduo, indipendentemente dal “colore politico” che questo nuovo consesso rappresenta o tenta di rappresentare. Ma al di là delle parole o dei buoni propositi, enunciati in campagna elettorale, quel che ora conta sono le azioni politiche e le decisioni già intraprese e quelle che seguiranno, tenendo ben presente che comunque un giudizio sereno deve tener conto del breve tempo trascorso dall’insediamento del nuovo Consiglio. Dicevamo appunto delle decisioni che caratterizzano un’amministrazione appena nata, e si badi bene, nata in una città che esce da anni di polemiche e da vicende giudiziarie devastanti. La discontinuità con il passato ci sarebbe sembrato il primo concetto da ribadire, attraverso decisioni prese senza se e senza ma, prima tra tutte: la rotazione dei dirigenti della pubblica amministrazione, provvedimento che ci permettiamo di ricordare era stato già richiesto, non da noi, e ci mancherebbe altro, ma dalla Commissione Antimafia al Prefetto Chiusolo. Così come ci saremmo aspettati, da subito, la convocazione di tutte le consulte previste dallo Statuto Comunale, per riallacciare, anche attraverso il loro ruolo di intermediazione tra società civile e istituzioni politiche, quel rapporto che da troppo tempo si è interrotto nella nostra città, creando quell’inevitabile conflittualità che nasce dalle decisioni calate dall’alto, al di la della propria validità intrinseca. Infine, restiamo in attesa di quella “operazione verità” sul bilancio comunale, che avrebbe dovuto essere il primo passo per poter impostare una seria politica economica, e sicuramente ci saremmo aspettati che questi avesse fatto capo ai principi generali del “bilancio sociale”. Sin qui abbiamo parlato di cosa, a nostro modesto avviso, avrebbe dovuto fare il Sindaco e la sua Giunta, ma che non è stato. L’intero consiglio comunale avrebbe dovuto dare una nuova immagine della nostra classe dirigente, ma dopo un primo approccio alla “volemosi bene”, il sopramenzionato ha dato un’eccellente prova di sè dando vita ad una seduta al “veleno”. E su cosa verteva la discussione che ha scatenato le ire dei nostri rappresentanti? Sull’abbassamento delle aliquote Tari e Tasi? No. Sulla mancanza cronica di acqua potabile? Nemmeno. Udite udite, la discussione era incentrata sui criteri per le nomine all’interno delle municipalizzate e sulla composizione della commissione ad esse relativa. Bene! Sta per finire l’autunno e l’inverno è alle porte, speriamo non trascorra lungo e buio come i precedenti, per la primavera abbiamo ancora tempo.
Il socio fondatore – Giovanni Sergi