“Dinanzi al dilagare della corruzione e del conseguente discredito internazionale il governo non può affidarsi alle vecchie misure dell’aumento delle pene e ad enfatizzarne altre, come risarcimento e confisca, che già esistono. Occorrono cure da cavallo come quelle che hanno formato oggetto di nostre proposte di legge e di emendamenti già da sei anni fa, rimaste inascoltate ma che, se in vigore, avrebbero inferto un durissimo colpo ai corrotti. Ripristino del falso in bilancio, non punibilità delle operazioni sotto copertura (agente provocatore), premialità (forte sconto di pena di chi denuncia e collabora), non decorrenza della prescrizione, introduzione del delitto di autoriciclaggio, applicazione a concussione e corruzione delle misure di prevenzione personali e soprattutto patrimoniali del codice antimafia, cioè confisca dei beni di cui non si provi la legittima provenienza, più severe sanzioni interdittive dai pubblici uffici e della capacità di contrattare con la pubblica amministrazione, la sospensione dal servizio del pubblico funzionario e dell’amministratore rinviato a giudizio. Siamo pienamente d’accordo con il presidente dell’ANM, Sabelli, che siamo lontani da una lotta efficace alla corruzione. Non sono tollerabili mediazioni politiche in materia di corruzione. Invitiamo il Governo a dare una corsia preferenziale alla discussione in Parlamento sul contrasto alla corruzione che costituisce la vera e prioritaria riforma, senza la quale ogni altra é inefficace, per recuperare credibilità e immagine positiva dinanzi agli altri Paesi dell’Europa. Ripresenteremo in Parlamento tutte le nostre proposte e sfidiamo tutti a votarle. A noi di IDV la corruzione fa schifo, riteniamo che la moralità nella vita pubblica debba essere l’unica bandiera ed per questo che abbiamo cacciato dal partito chi ad essa non si adeguava”. E’ quanto si legge in una dichiarazione di Ignazio Messina, segretario nazionale IdV.
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