È da anni, ormai, che si parla della condizione dei bambini calabresi, in particolare, e di quella delle famiglie, in generale, e, ad ogni aggiornamento dei dati, la situazione registra un progressivo peggioramento. Secondo quanto rivela “Save The Children”, se in tutto il territorio nazionale circa un milione e mezzo di bambini è costretto a vivere in condizioni di povertà, registrando un incremento pari quasi al 40% rispetto al 2012, la Calabria, rispetto alle altre regioni, si mette in evidenza per l’ennesimo primato negativo, giacché è la regione che registra il maggior numero di bambini che vivono e crescono in condizioni di vita disagiate dal punto di vista socio-economico, sfiorando il 30%.
Le conseguenze della crisi, rispetto ai dati dell’anno precedente, si sono moltiplicate, compromettendo ulteriormente il tessuto sociale calabrese. Sono circa 104 mila i minori che vivono in povertà assoluta, l’88,7% delle famiglie è stato obbligato a ridurre la spesa alimentare rispetto alla media nazionale e, di queste, 768 sono costrette a vivere quotidianamente col pericolo dello sfratto. Come se ciò non bastasse, a risentirne drammaticamente è anche il livello culturale, in modo analogo a quanto detto rispetto al tessuto sociale. È, infatti, aumentato il numero dei ragazzi che abbandonano gli studi e, contestualmente, è diminuito drasticamente il livello dei servizi offerti. Con molta probabilità, tutto questo è, anche e soprattutto, l’effetto dei tagli alle (già precarie) politiche per l’infanzia e a favore della famiglia.