Quirinale: non è una scelta facile

napolitanoCome se gli equilibri politici – tra Patto del Nazareno, scontri tra maggioranza e minoranza Pd, tensione in casa forzista, espulsioni grilline – non fossero già abbondantemente traballanti, anche il Capo dello Stato ci mette del suo. È da qualche settimana, infatti, che il dibattito sul futuro della Presidenza della Repubblica si fa sempre più accesso, principalmente, perché la possibilità che Napolitano possa lasciare a Gennaio 2015, se fino a qualche tempo fa veniva richiamata soltanto come fantasma nei confronti di una classe politica divisa che non si adoperava per realizzare le riforme, adesso si fa sempre più concreta. Secondo molti, “Re Giorgio” vuole lasciare perché intende tirarsi fuori dal teatrino della politica – un teatrino, a dire il vero, che forse ha contribuito anche lui a creare, legittimando tre Governi non eletti democraticamente, ma imposti dai “mercati” – mentre, secondo, altri il motivo sarebbe la stanchezza. Il Presidente, che è al suo secondo mandato, perché quasi due anni fa la classe politica non riuscì a trovare un accordo su altre figure, facendo fuori personaggi come Prodi, Marini e Rodotà, ha quasi novantanni e le sue forze sono sempre di meno.

ddQuale sarà il futuro quindi? Trovare una risposta convincete ad una domanda del genere è operazione ardua, giacché la situazione politica è molto simile a quella che portò alla seconda elezione di Napolitano e, soprattutto, perché in molti ritengono che neppure il Patto del Nazareno consentirà di giungere ad una scelta condivisa in tempo rapidi. Berlusconi, nei giorni scorsi, si era spinto sino a proporre la candidatura di Giuliano Amato ma ha ricevuto un secco no sia da Matteo Renzi – il quale si è opposto anche alla riproposizione di nomi non accolti neppure in passato, come Prodi e Bersani – che da Matteo Salvini, il quale, in modo categorico, ha dichiarato che “”Giuliano Amato è l’ultimo uomo sulla faccia della Terra che voterei come presidente della Repubblica. Anzi, se fosse l’ultimo non lo voterei”, ricordando come “Amato è quello del prelievo forzoso dai conti correnti nel 1992, è uno dei padri dell’euro e di quest’Europa. Considerando la lauta pensione che gli è garantita, può godersi quella senza fare il presidente della Repubblica”.

MATTEO RENZIIl segretario del Pd sembrerebbe orientato verso qualcuno la cui presenza non sia cosi forte come quella di Napolitano che è stato in grado, in varie occasioni, di condizionare pesantemente le scelte politiche, comprese quelle governative. Una prima ipotesi sarebbe quella di un candidato condiviso che si limiti ai compiti tipici di un Presidente della Repubblica, una seconda ipotesi potrebbe consistere nel fare in modo che venga eletto un fedelissimo del segretario del Pd, ma, in tal caso, sarebbe necessario trovare un compromesso con le altre forze politiche, Forza Italia in primo luogo. Non dovrebbe essere da scartare neppure l’ipotesi di una quota rosa, giacché è da diversi anni che se ne parla e diversi sono i nomi in lizza, dalla Finocchiaro alla Pinotti, passando per Emma Bonino.

Grillo-300x254Il problema non è di facile soluzione, soprattutto ove si consideri che per eleggere il Capo dello Stato è necessario raggiungere per le prime tre votazioni 672 voti, mentre dalla quarta in poi ne servono 505. Il Pd, tra senatori e deputati, non supera i 460, ed è necessario considerare le divisioni interne, tra maggioranza e minoranza, che inevitabilmente si riproporranno anche per la scelta del candidato. Stesso discorso per tutto il centrodestra, in generale, e per Forza Italia, in particolare. E, dulcis in fundo, non è da meno neppure il Movimento Cinque Stelle, che, secondo qualcuno potrebbe venire in soccorso dell’ex sindaco di Firenze, dissidenti compresi.

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About the Author: Luigi Iacopino