La Camera ha dato il primo via libera alla legge di Stabilità che ora passerà al Senato per l’ultima approvazione. E così l’IVA viene portata fino al 25,5% con la clausola di salvaguardia. Vuol dire che qualora i conti non dovessero tornare durante il corso dell’anno, senza bisogno di ricorrere ad una “Manovra bis”, scatteranno in automatico le misure per correre ai ripari. Misure che per ora sono lasciate in “stand by” ma che verranno messe in pratica se non saranno raggiunti gli interventi programmati di spending review. Queste clausole di salvaguardia prevedono l’aumento dell’IVA ordinaria, oggi al 22% e che comprende gran parte dei beni di consumo, fino al 25,5% e l’aumento dell’IVA ridotta dal 10% di adesso passerà al 12%. Le scadenze saranno:
– 2016: l’Iva ordinaria passerà al 24%; mentre l’Iva agevolata al 12%;
– 2017: l’Iva ordinaria passerà dal 24% al al 25% e l’Iva agevolata quasi al 13%;
– 2018: l’Iva ordinaria passerà dal 25% al 25,5% e l’Iva agevolata resterà al 13%.
Le altre clausole di salvaguardia di cui il Governo al momento non parla sono: un possibile aumento delle accise su benzina e gasolio che dovrebbe garantire un incasso di 700 milioni di euro e che potrebbero scattare dal 30 giugno, e quelle sulla lotta all’evasione e in particolare sullo split payment (che affida direttamente alle pubbliche amministrazioni l’incarico di effettuare il pagamento dell’IVA dovuta sui loro acquisti di beni e servizi) e il reverse charge (una sorta di inversione delle regole per il versamento dell’imposta più evasa) esteso anche alla grande distribuzione (oltre 1,7 miliardi di maggiori accise se i due regimi non saranno autorizzati da Bruxelles).