Negli anni avvenire l’intero pianeta dovrà aumentare quella parte di energia prodotta dalle fonti rinnovabili per mitigare il riscaldamento globale e ridurre le emissioni di gas serra. La decarbonizzazione dell’economia è un processo lungo e complesso che può compiersi solo sfruttando sistemi energetici ibridi. Da una recente analisi dei ricercatori della Oregon State University, pubblicata sulla rivista The Electricity Journal, non bisogna puntare su una sola fonte di energia rinnovabile bensì integrare diverse fonti in modo da colmare le lacune di ciascun sistema produttivo. Puntando su sistemi alternati, basati su eolico, fotovoltaico e geotermico è possibile sciogliere uno dei nodi più grandi che ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili: l’incapacità di assicurare energia in qualsiasi momento della giornata sostenendo i picchi delle richieste anche in giornate poco soleggiate e non ventose. Questi sistemi ibridi sono già una realtà in diversi Stati come Spagna, Cina, Marocco e Stati Uniti, dove diversi Stati occidentali come il Wyoming e lo Utah stanno cooperando per utilizzare l’energia in modo più efficiente. Pur avendo un costo di 8 miliardi di dollari, questa rete energetica garantisce ottimi risultati fornendo energia laddove ce n’è più bisogno. Secondo gli studiosi, in futuro, grazie a tecnologie per lo stoccaggio dell’energia più efficienti, alla costruzione di nuovi impianti per ricavare elettricità dal moto ondoso e a reattori nucleari a zero emissioni più sicuri e di modeste dimensioni, il mondo potrebbe non avere più bisogno delle fonti fossili.