di Fabrizio Pace – In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giuseppe Scopelliti, ha escluso categoricamente la possibilità che qualcuno dei suoi più fedeli collaboratori politici possa passare nello schieramento del Centro Sinistra capitanato da Mario Oliverio. Anche l’ex governatore vede quest’ultimo, favorito nella corsa alla presidenza della Regione. Scopelliti non ha peli sulla lingua (come sempre) e alla domanda “Che elezioni sono?” risponde: «Non credo che la Calabria farà un grande passo in avanti. Oliverio è favorito, ma qui non basta essere bravo o non aver mai preso avvisi di garanzia si deve conoscere il territorio e fronteggiare i grandi poteri. Forse la Ferro è l’unica che potrebbe riuscire…». Se non ci fosse stata la vicenda giuridica ed avesse continuato nel suo mandato il governatore dimissionario si dice sicuro che avrebbe ottenuto una pesante vittoria anche sul favorito attuale, sarebbe bastato, in questo caso, ricordare ai calabresi l’importantissimo risultato ottenuto con la totale cancellazione del disavanzo nella sanità, oltre ad aver fatto nascere la Cittadella della Regione a Catanzaro, dove prima gli uffici erano sparsi in ben 15 appartamenti. Scopelliti ribadisce di essere un uomo di destra di avere il suo partito, Reggio Futura” (alle comunali è stato il primo partito del centrodestra 9,86 %, Forza Italia si è fermata all’8,41.%) e che non tornerà in FI. Una piccola disamina sull’universo 5 Stelle, sempre in base a quanto riportato nell’intervista al Corriere, il cui dato elettorale di questa tornata non si dovrebbe discostare molto da quello fallimentare delle recenti comunali. In ultimo, un passaggio sulla possibilità, da lui non considerata, del ricorso al TAR in relazione alla vicenda giudiziaria per la quale si poi dimesso da Presidente della Regione Calabria (simile al caso del sindaco di Napoli De Magistris per intendersi). Giuseppe Scopelliti vuole assolutamente che sia la magistratura a riabilitarlo agli occhi degli elettori, un passaggio fondamentale, a suo dire, per governare al Sud e per essere legittimato agli occhi della gente.