Il lato occidentale del rione di Sbarre, il cui territorio mostra in pianta una forma vagamente trapezoidale, è bordato dalla linea di spiaggia che va dalla foce della fiumara Calopinace alla foce della fiumara Sant’Agata, i cui tratti sono identificati da toponimi antichi. La spiaggia in prossimità della foce della fiumara Calopinace è identificata con il nome di Calamizzi, e l’etimologia di questo toponimo dovrebbero essere messa in relazione con la presenza di canne selvatiche, quelle stesse che ancora oggi si osservano qua e là. In prossimità della fiumara Sant’Agata, invece, compare la denominazione di Torre Lupo; ma bisogna menzionare anche il toponimo “Ragaglioti”, sul cui significato ci sono discordanti pareri. A noi risuona simile ad un toponimo incontrato presso Palmi, vale a dire “Ravaglioso”, che si riferisce anch’esso ad un tratto di costa. Forse vuole essere un’antica aggettivazione dell’ambiente costiero, magari pericoloso (periglioso)?
Ma torniamo al rione di Sbarre. Su questa fascia costiera, che costituisce l’ultima isoipsa del territorio già pianeggiante di quella che fu l’antica borgata agricola cittadina, corre la ferrovia della linea Reggio – Bari che ricalca l’antico tracciato di quello che fu il primo collegamento ferroviario riguardante la città di Reggio Calabria, e che portò nel 1866 il primo treno alla Stazione Ferroviaria che, a quel tempo, si trovava proprio a Calamizzi, dal lato di Sbarre, pressappoco là dove oggi sorge il Centro Sportivo Crucitti.
Ecco, pressoché parallelo alla linea di costa ed al binario ferroviario, il viale Aldo Moro corre diritto dallo Stadio Comunale “Oreste Granillo” fino a Torre Lupo, là dove sorge lo stabilimento O.ME.CA., costruito negli anni Sessanta su accordo FIAT – Finmeccanica. E risale proprio agli anni Sessanta la costruzione del viale che, all’epoca, era stato denominato Viale Quinto ed aveva ricevuto l’autorevole visita del Presidente della Repubblica Saragat nel 1966. Il cambio di intestazione avvenne nel 1978, dopo la barbara uccisione dell’Onorevole Aldo Moro.
Il viale Aldo Moro, con il suo spartitraffico centrale alberato, costituisce oggi un’importante arteria del popoloso rione di Sbarre, in quanto vi si ritrovano ubicati servizi a favore della collettività. Già nella sua parte iniziale si trova la sede del Comando della Polizia Municipale, in quello che fu lo storico edificio del Pastificio Canale, e che oggi è intitolato alla memoria dei Vigili Macheda e Marino, uccisi nell’adempimento del dovere. Nella sua parte terminale, invece, là dove comincia ad usarsi il toponimo “Gebbione” , che evoca la presenza delle importanti vasche per la raccolta dell’acqua piovana da usare per l’irrigazione dei campi, il viale Aldo Moro attraversa un’importante zone residenziale che riguarda insediamenti di edilizia popolare realizzati in base al programma INA – Casa varato nel 1949 ad opera dell’On. Fanfani, e che pertanto ne porta il nome.
Ma è soprattutto la presenza di numerosi interessanti esercizi commerciali che conferisce al viale Aldo Moro una caratterizzazione verso questa destinazione urbanistica. Potremmo tranquillamente affermare che il viale in questione ha tutte le potenzialità per diventare la strada dello shopping del rione di Sbarre, e – perché no? – di Reggio Calabria. Ma …
Purtroppo, come in altre zone della nostra città, anche al viale Aldo Moro regna la confusione determinata dalla mancanza di rispetto delle regole, sia quelle basilari del vivere civile, sia quelle previste dall’ordinamento giuridico. La sosta delle automobili non è ordinata, in lunghi tratti di marciapiede le autovetture vengono parcheggiate ad angolo rispetto alla linea di marcia, restringendo la carreggiata; quando non addirittura in doppia fila. Molti tratti di marciapiede subiscono l’occupazione abusiva rendendo difficoltoso il transito pedonale.
Noi riteniamo che basterebbe poco per dare al viale Aldo Moro un aspetto ordinato ed accogliente. Innanzitutto va ripristinata la disciplina dei parcheggi, rendendo obbligatorio lasciare le automobili parallele al marciapiede, e sanzionando con le doverose contravvenzioni la sosta in doppia fila. Poi bisogna liberare i marciapiedi, magari rivestendoli di un bel tappeto elegante di moquette, a spese dei commercianti. Ecco, i commercianti, appunto. Devono essere i commercianti del viale Moro i primi ad adoperarsi per mantenere ordinata e pulita la propria strada, magari costituendo anche una sorta di “comitato” che si occupi di mantenere un aspetto gradevole all’arteria, ma l’aggettivo più adatto è “accogliente” , vale a dire un aspetto che faccia venire ai reggini che abitano al di qua della fiumara Calopinace, la voglia a venire fin qui a fare shopping. Un “comitato” da costituirsi in sintonia con Confcommercio e con la Camera di commercio, per valorizzare al massimo questo angolo di Sbarre.
Prof. Giuseppe Cantarella
Presidente Associazione Culturale SBARRE
Centro Documentazione