Per un PD che ritrova un minimo di compattezza, almeno apparente, a seguito della direzione di qualche sera fa quando, in casa dem , si è svolto l’ultimo confronto tra maggioranza e minoranza in tema di lavoro, che ha consentito di trovare un punto di equilibrio, all’interno del centro destra la situazione è tutt’altro che in via di definizione. Per il momento, da Berlusconi a Salvini, passando per Alfano e Meloni, è soltanto un susseguirsi di dichiarazioni che, sebbene vadano nella direzione della riunificazione, risultano prive di forza, di contenuti e di una reale prospettiva politica. Nel mezzo, inoltre, si collocano rivendicazioni ed accuse reciproche, proteste e prese di posizioni del tutto inutili e, soprattutto, controproducenti.
L’apertura di Silvio Berlusconi a favore di Angelino Alfano, nonostante il leader di Forza Italia avesse detto, non più tardi di qualche settimana fa, che l’attuale segretario di Ncd non sarebbe stato accolto all’interno di un nuovo progetto che riguardasse i moderati e conservatori italiani, non è stata affiancata da un’apertura di Alfano nei confronti della Lega Nord. Premesso che, in questo momento, le valutazioni dell’ex numero due del Pdl lasciano il tempo che trovano e considerando che se, da un lato, i suoi consensi sono in caduta libera e si affiancano ad una emorragia di iscritti con interi circoli che stanno chiudendo, dall’altro, la popolarità di Matteo Salvini è in costante aumento, il peso politico del leader del carroccio dovrebbe, evidentemente, suggerire al Ministro dell’Interno una maggiore cautela. La perplessità di Alfano non comporta, tuttavia, una netta chiusura alla Lega, giacché “Salvini è un problema per il centrodestra del futuro, perché lavora per una Lega forte e un centrodestra perdente”. Sarebbe, in ogni caso, senza dubbio meglio meglio se Alfano capisse che il centrodestra perde abilmente già da solo, senza che siano necessari interventi esterni.
Ma è un’altra affermazione de leader di Ncd che suscita una certa ilarità. “Bisogna ricominciare a mettere insieme i cocci nel nome del Partito popolare europeo. Ma Salvini e le sue brillanti idee si collocano in una destra estrema”. Affermazione infelice ove si consideri che sono proprio le brillanti – queste si – idee del ppe, unitamente a quelle della sinistra europea, che hanno ridotto l’Ue ad essere un completo fallimento e non, certamente, di chi la pensa come il numero uno del carroccio. Alfano rifletta.
Non poteva mancare, infine, la perla di saggezza del consigliere politico (anche se si fa gran fatica a crederlo) di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti,che rivendica il primato del suo partito all’interno del centrodestra italiano. Anche a Toti converrebbe fare qualche considerazione in più perché, a ben vedere, i suoi consigli nell’ultimo anno non solo non hanno sortito gli effetti sperati ma hanno anche contributo ad accelerare il lento processo di perdita di consensi da parte di Forza Italia, la cui identità appare, ormai, in profonda crisi dopo le recenti prese di posizione in tema di matrimonio gay e ius soli. Ed è proprio per questo che, quando parla di costruire un’alternativa al centrosinistra, viene quasi da ridere. Se Toti non lo ha ancora capito è bene che ne prenda subito consapevolezza: popolo a parte, nella quasi indifferenza generale della classe politica, le differenze tra destra e sinistra sono, ormai, ridotte all’osso.