La sconfitta interna contro la Salernitana non passerà alla storia come una grande partita ma si ricorderà come l’addio dell’ultimo vessillo amaranto, l’ultima bandiera che lascia l’ammasso di rottami creato dalla disastrosa conduzione societaria da parte di Lillo Foti, oramai sempre più solo al timone di un relitto.
Il match si conclude nella prima frazione con un errore clamoroso della difesa amaranto che permette a Calil di trovarsi solo sul dischetto di rigore per realizzare il gol che varrà tre punti d’oro per i granata. Sembrava però mettersi bene per la Reggina con il rosso diretto a Tuia, terzino salernitano, per fallo da ultimo uomo su Louzada ma ci pensa Rizzo, neanche dieci minuti dopo a farsi buttare fuori per proteste (!!!). Rosso che la dice tutta sul l’aria che si respira in società.
Un rosso così stupido che non può non essere figlio della assurda situazione che la società amaranto sta vivendo. Un solo tiro nello specchio nel resto della ripresa è quanto regala la Reggina fino al 90. Cozza entra in sala stampa e con voce commossa di chi ha avuto come seconda pelle la maglia amaranto, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla serie A del ’99 e che ha scritto pagine indelebili nel massimo campionato italiano, non ce la fa più: “questo non è il calcio che piace a me -sembra confessarsi- la Reggina non merita questo!”, chiede il rispetto della sua decisione ai giornalisti ma incalzato dalle domande lascia i microfoni con un laconico “non sono solo io la causa dei mali di quel che resta della Reggina!”
Chiaro segnale di rottura definitiva con l’assenza di programmazione e di conduzione societaria. Unica nota di colore, il grande gemellaggio delle tifoserie che hanno atteso l’esito della partita assieme dietro la curva sud, vicini salernitani e reggini a protestare contro lo sconforto in cui Reggio è caduta.
Fabrizio Condemi