di Katia Germanò – “Gli atti di gentilezza pesano quanto tutti i comandamenti” si legge nel Talmud, uno dei testi sacri dell’Ebraismo. Secondo studi condotti in alcune università, come quella cinese di Huazhong, e dai movimenti nati nel mondo, il World Kindness Movement (Movimento mondiale per la gentilezza) – nato nel 1988 a Tokyo e poi diffuso in tutto il mondo negli anni a seguire – ne è il capostipide, essere gentili fa bene al corpo e all’anima. Ci rende migliori verso di noi e verso tutto ciò che ci circonda.
Oggi, 13 novembre, giornata mondiale della gentilezza diffondiamo i “I DIECI COMANDAMENTI DELLA CORTESIA MODERNA”:
1. Ascoltare. Cercate di vivere bene insieme: ascoltate gli altri e siate pazienti
2. Sorridere. Siate aperti verso tutti: salutate, ringraziate e sorridete spesso
3. Ragionare. Fatevi scivolare via i torti subiti e non cedete alla rabbia, ragionate
4. Rispettare. Rispettate e valorizzate la diversità, è una grande fonte di ricchezza
5. Condividere. Non siate gelosi del sapere: comunicate e condividete il più possibile
6. Non inquinare. Il Pianeta è uno solo: rispettatelo e non inquinatelo
7. Riutilizzare. Riducete gli sprechi il più possibile: riciclate, riutilizzate, riparate
8. Mangiare locale. A tavola seguire la stagionalità e preferite i prodotti locali
9. Proteggere. Proteggete gli animali: non maltrattateli e non abbandonateli
10. Vivere con etica. Vivete insieme con gli esseri umani e gli animali domestici in modo etico, senza indurre loro sofferenze
Cristina Milani, fondatrice della onlus Gentletude e vicepresidente del «Movimento mondiale per la gentilezza» ci spiega, su La Stampa, che «Essere gentili significa mostrare attenzione nei confronti degli altri e di tutto il mondo che ci circonda, dell’ambiente, degli animali. È un’apertura all’esterno, in contrapposizione all’individualismo e all’arroganza che spesso contraddistinguono il nostro tempo» e continua «Se manteniamo la calma, siamo più lucidi, ci arrabbiamo meno, la serotonina resta alta e viviamo felici. La chiave è quella. Ma talvolta è così vicina al nostro naso che non riusciamo a vederla». Valentina D’Urso, su Focus.it, spiega che la gentilezza «ha due facce. La prima è la buona educazione formale e l’osservanza delle regole sociali. Significa avere buone maniere, seguire il galateo, l’etichetta. La seconda, più importante: significa essere brave persone. Ovvero accoglienti, generosi, altruisti». Negli ultimi anni, grazie ai social media, la gentilezza ha trovato un nuovo modo per diffondersi e “contagiare” tutti con tutto il beneficio che porta con se. YouTube, La Bbc, Channel 9 in Australia, ma anche foto e campagne, come la #FeedtheDeed iniziata nel febbraio 2014, hanno ispirato e continuano ad ispirare gesti di gentilezza nel mondo. E oltre i social anche per le strade delle città di tutto il mondo, oggi, si combatte a suon di slogan, sondaggi, volantini, cartelli, e tanto altro per cercare di essere tutti più gentili. E come diceva Khalil Gibran “Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione”.