Il CIS della Calabria ha promosso “La nascita dell’eroe: Achille, Ulisse, Enea”

Foto - Lucisano - Quattrone - BorrutoNei locali della chiesa di San Giorgio al Corso, appositamente messi a disposizioni da don Antonio Santoro si è svolto il primo incontro del percorso “Quatto passi… nel mondo antico …”, giunto alla terza annualità, promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria e ideato dalla prof.ssa Maria Quattrone, già dirigente del liceo classico “Campanella”. Dopo i saluti del presidente del Cis, Loreley Rosita Borruto, che ha illustrato le iniziative future del sodalizio e una breve introduzione della prof.ssa Quattrone che ha messo in evidenza la vitalità ed attualità dei classici antichi che ci restituiscono il patrimonio ideale del passato cui – come dice Italo Calvino – attinge la nostra coscienza individuale e collettiva, ha preso la parola, in qualità di relatrice, la prof.ssa Mila Lucisano, docente di Italiano e Latino presso il liceo scientifico “ da Vinci” di Reggio Calabria. La prof.ssa Lucisano ha evidenziato, rifacendosi a Baricco, come l’eroe classico, che è implicitamente dalla parte del giusto, sia tenuto in considerazione più per quello che fa che per quello che è. Achille è l’eroe del fare, è un semidio le cui qualità sono divinamente potenziate. Nei poemi omerici egli è un supereroe, incarnazione dell’aretè, cioè della virtù guerresca e dell’eccesso, alla strenua ricerca della fama e della gloria imperitura, anche a scapito della vita. Rispetto ad altri eroi omerici, come Ulisse ad esempio, Achille è più tetragono, squadrato e quasi arcaico nei suoi sentimenti e nelle sue motivazioni. Ulisse o meglio Odisseo – secondo la prof.ssa Lucisano – è versatile, ingegnoso, astuto oltre che eroico guerriero (basta pensare alla fiera lotta che intraprende contro i Proci). Egli non vanta caratteristiche divine anche se tra i suoi ascendenti – stando ad Esiodo – c’è il dio Ermes da cui deriva il suo carattere mutevole, adattabile e avveduto . E’ un eroe complesso, avido di conoscenza e terribile in battaglia. Egli non vanta caratteristiche semidivine, ma ostenta peculiarità umane; è un uomo che affronta il destino, con positivi aiuti elargiti dagli dei, ma soprattutto con mezzi umani. E’ molto vicino alla sensibilità moderna, è astuto, ingegnoso, poliedrico ma anche inquieto e saggio, eroe della conoscenza e del viaggio. E il viaggio è soprattutto nostos, ritorno a casa, viaggio verso gli affetti familiari ma anche introspezione all’interno del proprio io. Ulisse è espressione di una particolare ricchezza di prudenza e coraggio, di curiosità e intelligenza, lucidità e cautela, pazienza e diffidenza. Egli in età romana è visto come vir romanus, mentre nel Filottete di Sofocle egli è esclusivamente consigliere di inganni, ma la sua figura è stata oggetto di numerose interpretazioni, tra le quali basta ricordare quelle di Joyce e Pascoli. Anche Virgilio ebbe a modello Odisseo nel creare la figura di Enea, che però è un eroe mite e pio. Il viaggio, la capacità di incontrare i morti, la lotta per il potere vengono reinterpretati alla luce dei valori e della tradizione romana. Nell’Iliade Enea è un giovane e audace guerriero, nell’Eneide egli è l’eroe della pietas in cui si condensano il senso civico, il senso del dovere, la devozione, il rispetto della norma. Pertanto, Enea non è un vincitore, ma un vinto che ha una missione da compiere, missione che egli accetta consapevolmente. Egli assume su di sé il compito morale dell’eroe ed incarna la vittoria della virtus contro la fortuna, il labor, inteso come impegno personale, il rispetto per l’altro, anche se sconfitto. Al termine dell’incontro è seguito un vivace dibattito con molti significativi contributi.

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