Genitori alle urne Domenica 9 e Lunedì 10

Ma più che genitori sindacalisti dei figli, genitori “progettuali”.

Anche per il corrente anno scolastico, non essendo intervenuta ancora la revisione della disciplina degli organi collegiali a livello di singola istituzione scolastica, sono state indette le elezioni dei consigli di circolo e di istituto cessati con il decorso anno scolastico, nonché le eventuali elezioni suppletive degli stessi. Inoltre le istituzioni scolastiche che, a qualunque titolo, hanno modificato la loro costituzione (nuovo istituto comprensivo, fusione di più istituti, aggregazione di plessi/sedi ad istituti comprensivi già funzionanti) devono procedere al rinnovo del consiglio di istituto, al fine di garantire la piena rappresentanza delle componenti docenti e genitori dei vari ordini di scuola.scuola La Direzione generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria ha fissato le elezioni in tutta la regione nelle giornate di domenica 9, dalle ore 8 alle 12, e lunedì 10 novembre,dalle ore 8 alle 13,30. I genitori degli allievi partecipano all’elezione:di sei o otto rappresentanti, rispettivamente nelle scuole con popolazione scolastica fino a 500 alunni o superiore, nel consiglio di circolo e nel consiglio di istituto delle scuole medie; di tre o quattro rappresentanti, rispettivamente nelle scuole con popolazione scolastica fino a 500 alunni o superiore, nel consiglio d’istituto degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado ed artistica. L’elettorato attivo e passivo per le elezioni dei rappresentanti dei genitori spetta, anche se i figli sono maggiorenni, ad entrambi i genitori e a coloro che ne fanno legalmente le veci, intendendosi come tali le sole persone fisiche alle quali siano attribuiti, con provvedimento dell’autorità giudiziaria, poteri tutelari, ai sensi dell’art. 348 del codice civile. Non spetta l’elettorato attivo e passivo al genitore che ha perso la potestà sul minore. La circostanza elettorale va enfatizzata perché è auspicabile che almeno quest’anno si registri una inversione di tendenza rispetto ai dati partecipativi degli ultimi anni, quando il voto complessivo dei genitori ha toccato i minimi storici. Infatti, ad un periodo di grande partecipazione popolare e democratica dei genitori alla gestione della scuola che esprimeva la sincera volontà di instaurare un rapporto efficace tra scuola e famiglia, si è sostituita, poco alla volta, la ritualità delle riunioni (Consiglio di intersezione, interclasse, classe) e delle assemblee nelle quali il ruolo del genitore è quello di spettatore e non di attore dell’evento. I genitori sanno bene come sia difficile proporsi in prima persona o stimolare la partecipazione di altri genitori nelle istituzioni scolastiche: demotivazione, stanchezza, senso di inutilità si sono sostituiti all’entusiasmo con cui gli Organi Collegiali vennero accolti come strumento di democrazia e di gestione sociale della scuola. Nel tempo essi si sono definiti come organismi senza un ruolo reale, legittimati solo dal formalismo giuridico e privi di effetti concreti. Ecco perché non si può rinunciare a quegli spazi che gli OO.CC. hanno aperto a cominciare dal riconoscere la presenza istituzionalizzata dei genitori nella scuola. Questi anni di esperienza negli Organi Collegiali e i pericoli dell’autonomia mal intesa (particolarismo e localismo) ci inducono ad affermare che oggi occorre ancora di più nel territorio un organismo a supporto dell’autonomia per superare l’autorefenzialità della scuola e il possibile municipalismo dell’Ente Locale.Questo organismo, opportunamente ridisegnato all’interno dei nuovi scenari di riforma dell’amministrazione scolastica, dovrà essere democraticamente eletto, dove siano rappresentate le componenti dirigenti, docenti, genitori, studenti, non docenti, che promuove e realizza la continuità educativa, verticale e orizzontale, e che riconduce a sintesi l’offerta formativa del territorio. Rilanciare, dunque, su basi nuove il ruolo dei genitori, partendo dal territorio, dal comune, dalla provincia, dalla regione. Personalmente penso, ad esempio, che un grande ruolo potrebbe avere un consiglio scolastico comunale composto dai genitori rappresentanti di classe e di scuola, sia pubbliche che private. Questi genitori ,molto rappresentativi, unitamente a rappresentanti dell’economia locale e di varie formazioni culturali tipiche del territorio, potrebbero operare come consulenti per l’assessorato alla pubblica istruzione e anche svolgere attività autonoma diretta su alunni e genitori. Inoltre, uno spazio genitori comunale servirebbe a rigenerare un comune sentire genitoriale che si è spappolato o addirittura disperso. Insomma non genitori sindacalisti dei figli, ma genitori “progettuali”. La riforma degli organi collegiali, pertanto, è una grande occasione di rilancio dell’autonomia scolastica e che deve ispirarsi a principi di democrazia , dove il collegio dei docenti deve tornare ad essere centrale nelle decisioni che si riferiscono alla didattica. Ma nella buona govenance della scuola renziana, al momento, del tutto marginali appaiono i genitori e gli organi collegiali citati quest’ultimi nel rapporto solo tre volte. Insomma , per una buona governance di una buona scuola non bastano buone intenzioni mai idee chiare che vengono da una analisi del reale. Non serve cancellare quello che non ci piace se quello che verrà può essere peggio. Magari migliorare ciò che c’é può spesso essere una soluzione ragionevole.

Prof. Guido Leone

(già Ispettore tecnico UDR Calabria)

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